In un monastero in mezzo alle montagne algerine, otto monaci cistercensi francesi vivono in armonia con la popolazione musulmana. La situazione è destinata a cambiare progressivamente man mano che la violenza e il terrore integralista si propaghino nella regione. La situazione si farà ancora più tesa quando i monaci accettano di curare alcuni terroristi, malgrado il parere contrario delle autorità francesi, e decidono di non abbandonare la regione, costi quel che costi.

Ispirato alla storia vera dell'assassinio dei monaci di Tibhirine avvenuto nel 1996. In modo grossolanamente superficiale il titolo italiano traduce arbitrariamente l'originale Des Hommes et des Dieux (“A proposito degli uomini e degli dei”) in un semplicistico Uomini di Dio; ma il film di Xavier Beauvois è un'opera profondamente laica che riflette sulla forza e sui limiti della fede anche in situazioni estreme e pone l'accento sulle contraddizioni dell'animo umano, sui dubbi e le incertezze che scalfiscono anche le più recondite convinzioni dogmatiche, pur mantenendo determinazione e passione. L'idea di messa in scena del regista è spartana, per certi versi ostica, riflessiva e antispettacolare: il risultato è toccante ma diseguale, in quanto a momenti francamente splendidi ne seguono altri di stanca, a tocchi lirici spiazzanti si alternano cadute di ritmo piuttosto notevoli. Inoltre, cercando di non cavalcare una retorica contro le guerre di religione, il film tentenna e tenta di evitare il più possibile un tono accusatorio ma finendo con l'essere forse troppo conciliante e poco ficcante. Rimane un prodotto interessante e insolito cui un po' più di coraggio in più non avrebbe guastato. Enorme successo di pubblico in Francia, passato sotto silenzio da noi. Gran premio della giuria a Cannes nel 2010 e nomination all'Oscar come miglior film straniero.