Finanziato da una commissione militare, un gruppo di scienziati, capeggiato dal dottor Sebastian Caine (Kevin Bacon), cerca di trovare una formula che doni l'invisibilità agli esseri viventi, lavorando in un laboratorio segreto. In seguito al riscontro positivo sugli animali, Caine decide di farsi iniettare il siero che rende invisibili senza una adeguata sperimentazione. I colleghi, dopo averlo confinato nel bunker con scarso successo, nel tentativo di mantenere l'esperimento top-secret, dovranno fare i conti con la sua crescente aggressività.
Ispirato alla lontana al racconto L'uomo invisibile di Herbert George Wells, il tredicesimo lungometraggio per il grande schermo di Verhoeven è un adrenalinico action di matrice fantascientifica che, partendo da un codificato tòpos della sci-fi classica, reinterpreta il genere modellandolo sulle ossessioni del proprio autore. La grande ambizione di levatura letteraria nel mettere in scena il delirio di onnipotenza di Caine, sempre più vittima di una forsennata e onnivora mania di grandezza, vive accanto a una messa in scena pruriginosa (con il voyeurismo e il conseguente appagamento degli appetiti sessuali del protagonista invisibile che sfiorano il softcore) giocata su una spettacolarità di alto valore tecnico ma di modesto spessore cinematografico. Il sospetto è che il regista olandese si voglia confrontare con un cinema tipicamente hollywoodiano ad alto budget (95 milioni di dollari stimati) cercando di non smarrire completamente la propria identità. Ma il giocattolo, pur visivamente suggestivo, è confezionato solo per arrivare all'esplosivo e cruento climax di violenze finale. In ogni caso, un blockbuster d'autore. Meritatissima nomination all'Oscar per i migliori effetti speciali.