L'operaio Trevor Reznik (Christian Bale) non riesce a dormire da un anno e il suo fisico, debilitato, inizia a giocargli dei brutti scherzi. Nella fabbrica in cui lavora, provoca per distrazione un brutto incidente ai danni di un collega: inizierà a sospettare che qualcuno trami contro di lui.

Pellicola tetra e intrisa di meccanismi psicologici diretta dal regista Brad Anderson, che conferma la sua abilità nel realizzare atmosfere di tensione, alienanti e sotterranee. Tante le influenze, da David Cronenberg a David Lynch, fino a Dostoevskij e al tema del doppio. Cinema esoterico e allo stesso tempo fisico, psichedelico e visionario: la drammaturgia narrativa si adagia sui rapporti di Trevor con i compagni e sul suo profilo psicologico, in un crescendo di annientamento e annichilimento nel quale l'assenza di sonno è un espediente per far saltare quella linea di confine tra realtà e immaginazione, destrutturando la coscienza fino alla totale perdita di controllo. Con una bellissima fotografia di Xavi Giménez, la pellicola si sviluppa attorno a un tempo filmico scandito dal progressivo deperimento del protagonista, con alcune trovate sceniche d'effetto e la rappresentazione di un delirio acido che coinvolge empaticamente. Peccato per alcune inutili incongruenze narrative e per qualche passaggio a vuoto nella seconda parte. Impressionante la performance di Christian Bale, arrivato a pesare 45 chili. Scritto da Scott Kosar.

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