In fuga dopo essere evaso di prigione, il pericoloso rapinatore Joe Brezzi (Joe Dallesandro) cerca rifugio in uno chalet isolato, nel quale tempo prima aveva nascosto della refurtiva. Quando gli abitanti della casa (Gianni Macchia, Patrizia Behn e Lorraine De Selle) fanno la loro comparsa, la violenza e le sopraffazioni avranno inizio.

Con ben pochi mezzi tecnici a disposizione e un esile disponibilità economica, Fernando Di Leo prova a costruire un dramma morboso e violento, circoscritto negli stretti spazi di quattro mura casalinghe. Il risultato è desolante: il tratteggio dei lati psicologici più oscuri e scomodi e lo sguardo critico sulle ipocrite convenzioni sociali borghesi disturbate da un elemento esterno, già visibili in Brucia ragazzo, brucia (1969), vengono offuscate da un'atmosfera nelle intenzioni erotica e provocante, ma gratuitamente ricercata e fondamentalmente inconsistente. Non aiuta in tal senso un cast approssimativo, nel quale spiccano solo l'avvenenza di Lorraine De Selle (Paola) e la legnosità di Joe Dallesandro, attore e modello statunitense scoperto da Andy Wahrol alla fine degli anni Sessanta. Violenza e cenni di erotismo quanto mai gratuiti e innocui. Sceneggiato dal regista con Mario Gariazzo. Muische di Luis Bacalov, con riciclo del tema portante di Milano calibro 9, film diretto da Di Leo nel 1972.