Stati Uniti, seconda metà dell'Ottocento. Reduce dalla Guerra di Secessione, il delinquente Henry Lloyd Moon (Jack Nicholson) viene arrestato e condannato all'impiccagione. A salvarlo da morte certa, grazie a un cavillo legale, Julia Tate (Mary Steenburgen), che lo sposa per avere un aiuto nella miniera paterna; ma non tutto filerà liscio. Anomala commedia in salsa western diretta da Jack Nicholson, che costruisce il film ad hoc per sfruttare ed esaltare la propria sfrenata gigioneria. La sceneggiatura (firmata da John Herman Shaner, Al Ramrus, Charles Shyer e Alan Mandel) è una semplice giustapposizione di stereotipi e l'originalità latita: un divertissement innocuo e prevedibile, anche se fondamentalmente godibile, in cui il ritmo, a tratti, non manca. Il reale motivo d'interesse rimane un cast stellare: Christopher Lloyd è il vicesceriffo Towfield, Veronica Cartwright è Erminia, Danny DeVito è Hog. Peccato per John Belushi, sulfureo comprimario usato maldestramente in un bieco ruolo di contorno (il vicesceriffo Hector). Colonna sonora di Perry Botkin Jr. e Van Dyke Parks, fotografia di Néstor Almendros.