David Fincher ha rilasciato un'intervista al magazine francese Première parlando a lungo di Mank, suo ultimo film che debutterà su Netflix il prossimo 4 dicembre. Un ritratto a tutto tondo dello sceneggiatore di Quarto potere Herman J. Mankiewicz e un'occasione, per Fincher, di esprimere il proprio punto di vista su Orson Welles, forse non proprio quello che ci si aspettava.
"Con il tempo si è presa coscienza che Welles era innanzitutto un showman e un giocoliere, con un talento smisurato che ha avuto la sua occasione ma... Insomma, penso che la tragedia di Orson Welles risieda nel mix tra un talento monumentale e un'ottusa immaturità. Certo, c'è del genio in Quarto potere, chi può contestarlo? Ma quando Welles afferma che basta un pomeriggio per sapere tutto sulla fotografia nel cinema, beh... diciamo che è stato molto fortunato ad avere Gregg Toland (direttore della fotografia), un vero e proprio genio. Dico questo senza voler mancare di rispetto a Welles, so cosa gli devo, così come so cosa devo a Hitchcock, Spielberg, Ridley Scott, George Lucas, Hal Ashby. Ma a 25 anni non sai quello che non sai. Punto. Né Welles, né altri. Ciò non toglie nulla alla sua influenza su un'intera generazione di cineasti, ma non si deve sottovalutare l'impatto disastroso dei suoi eccessi di delirante superbia".
Fonte: Première