Carthay Circle Theatre, Los Angeles, 1937: gli spettatori che si apprestavano ad entrare al cinema erano completamente ignari del fatto che i loro passi non li stavano solamente portando lungo la strada verso la sala, al loro posto a sedere. Uscire di casa e recarsi al cinema, quella sera, ha significato prendere parte ad un evento storico, una vera e propria rivoluzione artistica capace di cambiare per sempre il cinema d’animazione e non solo: con Biancaneve e i sette nani Walt Disney presentava al mondo il suo sogno realizzato (il primo di molti, in realtà), un lungometraggio animato a colori e dialogato, una vera e propria opera visionaria, nonché punto di non ritorno. Un’opera giustamente premiata con l’Oscar Onorario a Walt Disney (per poter vedere un Oscar assegnato al miglior film d’animazione bisognerà attendere il 2002), che ricevette da Shirley Temple una statuetta di dimensioni canoniche e altre sette iconiche statuette più piccole. Erano nati i Classici Disney. In occasione del centenario della Walt Disney Company, ecco i migliori 10 tra queste opere indimenticabili:
10) Aladdin
Spassoso, a tratti esilarante, classico Disney ispirato a uno dei più celebri racconti de Le mille e una notte, Aladino e la lampada meravigliosa: in un regno inventato, dai sapori e i colori che intrecciano Arabia e India in modo da offrire una panoramica “completa” dell'Oriente che piace e dà sollievo e fascino agli Occidentali (con buona pace dei luoghi comuni), si consuma una vicenda di avventure, seduzione e grande amore. Il film è irrobustito dalla presenza di un villain come Jafar, credibile e quasi carnale, terrestre nella sua longilinea fisicità, e da quella del Genio, uno dei personaggi più riusciti dell'intera tradizione disneyana.
9) Il re leone
Imponente esempio di kolossal maestoso e spettacolare, Il re leone è una riflessione ricca di spunti d'interesse sui rapporti affettivi e sulla crescita dell'individuo. Il percorso di formazione del leoncino Simba è costruito dai tre sceneggiatori (Irene Mecchi, Jonathan Roberts e Linda Woolverton) seguendo uno schema ben preciso, che comincia dalla morte della figura paterna sino ad arrivare al ripristino del potere famigliare da parte dell'eroe ormai maturo.
8) Il libro della giungla
7) Cenerentola
Il film si apre dichiaratamente con un inno di speranza ormai emblematico per un avvenire migliore (I sogni son desideri): poco importa se canta con gli usignoli, o se ad aiutarla sono un branco di topolini in cerca di becchime o una fata sovrappeso, Cenerentola riesce a realizzare i propri sogni, senza piangersi addosso. Ed è fondamentale, in un'ottica in cui è la protagonista il reale motivo d'interesse e il focus strutturale (e strutturato) dell'opera stessa, considerare che in fondo il principe non appare in più di tre sequenze, durante le quali resta spesso in silenzio.
6) Dumbo
4) Pinocchio
Il Pinocchio disneyano non avrà la stessa vis e gli stessi dubbi di quello collodiano, ma è una figura amabile e perfettamente aderente a una visione dell'esistenza (e del film stesso) che coniuga evasione e riflessione. Attorno a lui, Mastro Geppetto, il Grillo Parlante (che qui ricopre il ruolo di narratore della vicenda), la Fata Azzurra, Lucignolo, il Gatto e la Volpe e Mangiafuoco, rimodellati dalle pagine di Collodi e resi alla perfezione nella dimensione disneyana del racconto. Senza dimenticare le tecniche all'avanguardia con cui il film, che all'epoca non ebbe il successo sperato, fu realizzato. Due gli Oscar vinti (fu la prima volta che un film d'animazione ottenne la prestigiosa statuetta): uno alla splendida canzone When You Wish Upon a Star (che sarebbe diventata il tema dei loghi d'apertura dei film della Disney stessa)
3) La bella addormentata nel bosco
Magnificato dall'ispirazione al balletto omonimo del 1890 musicato da Pëtr Il'ič Čajkovskij, sulle cui composizioni cantano e danzano in armonia Aurora e il principe Filippo, non è mai morbido né gratuitamente soffice, prediligendo una freddezza e un rigore glaciale notevolmente interessanti, e presentando personaggi dai tratti spigolosi, dai corpi nevroticamente snelli (eccezion fatta per le simpatiche fatine), accompagnati da una tensione costante, assente negli altri film ispirati alle fiabe della tradizione europea. È soprattutto grazie alla terrificante presenza di Malefica, la strega cattiva pronta a trasformarsi in un dragone, che l'opera tocca i suoi momenti migliori: la sua è una crudeltà pura e quasi immotivata ma incredibilmente affascinante.
2) Fantasia
Le suggestioni evocate dalle partiture (tra gli altri) di Bach, Stravinskij, Schubert, Ponchielli, Čajkovskij e Beethoven si intrecciano alle poderose strutturazioni visive, in cui il duro lavoro degli orchestrali si mescola a un'animazione praticamente perfetta. Topolino, nell'episodio L'apprendista stregone, riconferma il suo potere dopo qualche anno di declino (ai primordi il film avrebbe dovuto essere interamente costruito attorno a lui): è l'icona di un'opera che racchiude un testamento dinamico, un caleidoscopio sinfonico, onirico e fluido attorno al quale gravitano spettri colorati di bagliori e (sì, come da titolo) fantasie. Tra pastorali e ippopotami, un'esperienza che non si dimentica.
1) Biancaneve e i sette nani
Primo film “classico” prodotto da Walt Disney e dalla sua fabbrica di sogni e primo lungometraggio interamente animato, Biancaneve e i sette nani è un capolavoro di sfavillante grandezza, un caposaldo di indiscutibile valore, pioneristico e di straordinaria modernità. Ispirato alla fiaba dei fratelli Grimm, negli anni ha generato epigoni di ogni forma e maniera: nessuno, fino a oggi, è riuscito però a eguagliare questa produzione, perfetta e calibrata nel ritmo, dolcissima ed estremamente accurata nella realizzazione tecnica. Il numero musicale con gli animali che rendono omaggio a Biancaneve è di rara delicatezza. Indimenticabile il ritorno dei nanetti dalla miniera e il loro tenero e goffo approccio con la bellissima fanciulla: le loro personalità buffe e variegate hanno dato avvio a una lunga tradizione Disney di comprimari divertenti e più memorabili e incisivi dei protagonisti stessi.
10) Aladdin
Spassoso, a tratti esilarante, classico Disney ispirato a uno dei più celebri racconti de Le mille e una notte, Aladino e la lampada meravigliosa: in un regno inventato, dai sapori e i colori che intrecciano Arabia e India in modo da offrire una panoramica “completa” dell'Oriente che piace e dà sollievo e fascino agli Occidentali (con buona pace dei luoghi comuni), si consuma una vicenda di avventure, seduzione e grande amore. Il film è irrobustito dalla presenza di un villain come Jafar, credibile e quasi carnale, terrestre nella sua longilinea fisicità, e da quella del Genio, uno dei personaggi più riusciti dell'intera tradizione disneyana.
9) Il re leone
Imponente esempio di kolossal maestoso e spettacolare, Il re leone è una riflessione ricca di spunti d'interesse sui rapporti affettivi e sulla crescita dell'individuo. Il percorso di formazione del leoncino Simba è costruito dai tre sceneggiatori (Irene Mecchi, Jonathan Roberts e Linda Woolverton) seguendo uno schema ben preciso, che comincia dalla morte della figura paterna sino ad arrivare al ripristino del potere famigliare da parte dell'eroe ormai maturo.
8) Il libro della giungla
Ecco le diatribe tra il serio Bagheera e lo spensierato Baloo, l'ipnotico Kaa, lo strepitoso re scimpanzé Luigi, protagonista di una delle sequenze musicali più divertenti dell'intero film (Voglio essere come te). Il finale, sulla carta lieto e risolutore, costituisce in realtà uno dei momenti involontariamente più strazianti del cartoon: ammaliato dalla suadente voce di una giovanotta a una fonte d'acqua, Mowgli abbandona la primordiale purezza per seguire le pulsioni della pubertà, dimenticando la felicità del passato. Tuttavia, come sostiene l'amico Bagheera, è un momento inevitabile.
7) Cenerentola
Il film si apre dichiaratamente con un inno di speranza ormai emblematico per un avvenire migliore (I sogni son desideri): poco importa se canta con gli usignoli, o se ad aiutarla sono un branco di topolini in cerca di becchime o una fata sovrappeso, Cenerentola riesce a realizzare i propri sogni, senza piangersi addosso. Ed è fondamentale, in un'ottica in cui è la protagonista il reale motivo d'interesse e il focus strutturale (e strutturato) dell'opera stessa, considerare che in fondo il principe non appare in più di tre sequenze, durante le quali resta spesso in silenzio.
6) Dumbo
Muto e dolcissimo, l'elefantino Dumbo segue l'arco di una parabola emblematicamente disneyana: l'ascesa al trionfo personale dopo un percorso tartassato da angherie e umiliazioni. Film di struggente bellezza realizzato dallo Studio per sopperire ai modesti incassi di Fantasia (1940), finirà per rappresentare uno degli esempi maggiormente significativi della poetica commerciale Disney: non per forza un'apologia ai buoni sentimenti tout court (che pure resiste), ma soprattutto un devotissimo e ispirato racconto d'umanità, nonostante le forme antropomorfe del protagonista e degli altri personaggi.
5) Alice nel paese delle meraviglie
Intriso di una velata fascinazione nei confronti dell'ignoto, e di un'evidente dipendenza dalla dimensione onirica di sogni che potrebbero tramutarsi in incubi, il film colpisce e coinvolge anche grazie alla presenza di una serie di indimenticabili personaggi di contorno: lo Stregatto, un Cappellaio Matto, i gemelli Pinco Panco e Panco Pinco, il Brucaliffo, un'isterica regina di Cuori pronta a mozzarle il capo, e molti altri. Immersi nell'oscurità, contribuiscono a rendere vivi i toni oscuri e fumosi della vicenda, generando allegorie e allusioni (al consumo di droghe, in primis) a universi formalmente estranei alla tradizione Disney e fiabesca in generale.
Intriso di una velata fascinazione nei confronti dell'ignoto, e di un'evidente dipendenza dalla dimensione onirica di sogni che potrebbero tramutarsi in incubi, il film colpisce e coinvolge anche grazie alla presenza di una serie di indimenticabili personaggi di contorno: lo Stregatto, un Cappellaio Matto, i gemelli Pinco Panco e Panco Pinco, il Brucaliffo, un'isterica regina di Cuori pronta a mozzarle il capo, e molti altri. Immersi nell'oscurità, contribuiscono a rendere vivi i toni oscuri e fumosi della vicenda, generando allegorie e allusioni (al consumo di droghe, in primis) a universi formalmente estranei alla tradizione Disney e fiabesca in generale.
4) Pinocchio
Il Pinocchio disneyano non avrà la stessa vis e gli stessi dubbi di quello collodiano, ma è una figura amabile e perfettamente aderente a una visione dell'esistenza (e del film stesso) che coniuga evasione e riflessione. Attorno a lui, Mastro Geppetto, il Grillo Parlante (che qui ricopre il ruolo di narratore della vicenda), la Fata Azzurra, Lucignolo, il Gatto e la Volpe e Mangiafuoco, rimodellati dalle pagine di Collodi e resi alla perfezione nella dimensione disneyana del racconto. Senza dimenticare le tecniche all'avanguardia con cui il film, che all'epoca non ebbe il successo sperato, fu realizzato. Due gli Oscar vinti (fu la prima volta che un film d'animazione ottenne la prestigiosa statuetta): uno alla splendida canzone When You Wish Upon a Star (che sarebbe diventata il tema dei loghi d'apertura dei film della Disney stessa)
3) La bella addormentata nel bosco
Magnificato dall'ispirazione al balletto omonimo del 1890 musicato da Pëtr Il'ič Čajkovskij, sulle cui composizioni cantano e danzano in armonia Aurora e il principe Filippo, non è mai morbido né gratuitamente soffice, prediligendo una freddezza e un rigore glaciale notevolmente interessanti, e presentando personaggi dai tratti spigolosi, dai corpi nevroticamente snelli (eccezion fatta per le simpatiche fatine), accompagnati da una tensione costante, assente negli altri film ispirati alle fiabe della tradizione europea. È soprattutto grazie alla terrificante presenza di Malefica, la strega cattiva pronta a trasformarsi in un dragone, che l'opera tocca i suoi momenti migliori: la sua è una crudeltà pura e quasi immotivata ma incredibilmente affascinante.
2) Fantasia
Le suggestioni evocate dalle partiture (tra gli altri) di Bach, Stravinskij, Schubert, Ponchielli, Čajkovskij e Beethoven si intrecciano alle poderose strutturazioni visive, in cui il duro lavoro degli orchestrali si mescola a un'animazione praticamente perfetta. Topolino, nell'episodio L'apprendista stregone, riconferma il suo potere dopo qualche anno di declino (ai primordi il film avrebbe dovuto essere interamente costruito attorno a lui): è l'icona di un'opera che racchiude un testamento dinamico, un caleidoscopio sinfonico, onirico e fluido attorno al quale gravitano spettri colorati di bagliori e (sì, come da titolo) fantasie. Tra pastorali e ippopotami, un'esperienza che non si dimentica.
1) Biancaneve e i sette nani
Primo film “classico” prodotto da Walt Disney e dalla sua fabbrica di sogni e primo lungometraggio interamente animato, Biancaneve e i sette nani è un capolavoro di sfavillante grandezza, un caposaldo di indiscutibile valore, pioneristico e di straordinaria modernità. Ispirato alla fiaba dei fratelli Grimm, negli anni ha generato epigoni di ogni forma e maniera: nessuno, fino a oggi, è riuscito però a eguagliare questa produzione, perfetta e calibrata nel ritmo, dolcissima ed estremamente accurata nella realizzazione tecnica. Il numero musicale con gli animali che rendono omaggio a Biancaneve è di rara delicatezza. Indimenticabile il ritorno dei nanetti dalla miniera e il loro tenero e goffo approccio con la bellissima fanciulla: le loro personalità buffe e variegate hanno dato avvio a una lunga tradizione Disney di comprimari divertenti e più memorabili e incisivi dei protagonisti stessi.