Philip (Steve Martin) è il responsabile di una “agenzia salvagente”, una specie di telefono amico cui si rivolgono casi disperati, come persone che stanno per tentare il suicidio. Durante il periodo natalizio, lui e le sue colleghe vengono sfrattati, ma l'imprevisto darà vita a una serie di incredibili eventi. Dopo i “fasti” di Harry ti presento Sally (1989) di Rob Reiner, di cui era la sceneggiatrice, Nora Ephron non riesce più a rialzarsi: Agenzia salvagente, debole tentativo di commedia per le feste invernali, ha solo l'atmosfera e le canzoni del Natale ma nulla della sua magia. Troppo timida dietro la macchina da presa, Ephron dà vita a una pellicola scialba, che vorrebbe essere divertente e giocare sul tragicomico, ma che finisce invece per scadere nel grottesco, con attori tutt'altro che convincenti e sequenze più che trascurabili (Steve Martin che balla con Liev Schreiber in versione transex). Le situazioni che si susseguono non riescono a dare ritmo a una pellicola, paradossalmente pesante nella sua estrema leggerezza, vuota e tutt'altro che divertente: tra urla, schiamazzi, gag slapstick di bassa lega e porte in faccia, si tratta di un fallimento assoluto. Liberamente tratto dal francese Le père Noël est une ordure (1982) di Jean-Marie Poiré.