Amsterdam
Amsterdam
2022
Paese
Usa
Generi
Commedia, Drammatico, Giallo
Durata
134 min.
Formato
Colore
Regista
David O. Russell
Attori
Christian Bale
Margot Robbie
John David Washington
Chris Rock
Anya Taylor-Joy
Zoe Saldana
Mike Myers
Michael Shannon
Timothy Olyphant
Andrea Riseborough
Robert De Niro
Anni Trenta: il medico Burt (Christian Bale), l'infermiera Valerie (Margot Robbie) e l'avvocato Harold (John David Washington) sono testimoni di un omicidio, ma finiscono per diventare i principali sospettati. Mentre cercano di ristabilire la loro reputazione, scopriranno di essere al centro di una delle trame più sconvolgenti della storia americana.
Nuovamente dietro la macchina da presa dopo una lunga pausa che durava da Joy (2015), il regista David O. Russell torna a dirigere un grande cast hollywoodiano all-star in un’operazione che si rivela però fin dalle prime battute particolarmente ingessata e dal fiato cortissimo. Lo spunto di partenza, che fa dialogare aspetti micro e ricadute macro della storia americana, avrebbe tutte le carte in regola per stupire e per riflettere sul modo in cui l’America è solita leggere e metabolizzare la propria stessa immagine in seno ai processi storici, ma il risultato verso il quale il film è stato indirizzato e mandato in parto lascia abbastanza basiti e sconcertati. Piuttosto che orchestrare degli autentici risvolti narrativi e investigativi a partire dall’evento motore della vicenda, che vede coinvolta anche la figlia di un generale interpretata dalla popstar Taylor Swift, Amsterdam preferisce infatti “approfondire” e diluire mille sterili sottotrame e rivoli di senso altrettanto ridondanti, attraverso dialoghi interminabili che fiaccherebbero anche la più resistenza più corazzata di uno spettatore all’apice del masochismo. La voce narrante del personaggio di Bale si limita ad accompagnare didascalicamente la scansione degli eventi, ma alla luce del dispiego di mezzi e volti impiegati è piuttosto innegabile la sensazione di ritrovarsi al cospetto di uno dei più clamorosi e inspiegabili sprechi di risorse e potenziale mai concepito per il grande schermo, nel quale l’approccio calligrafico alle atmosfere del cinema dei primi decenni del XX secolo è un soffocante cappio al collo e il décor una presenza spaventosamente fiaccata e inerte, in grado solo di estinguere qualunque muscolarità delle prove recitative. Anche la fotografia di Emmanuel Lubezki, chiamata a restituire l’atmosfera noir degli anni 30, appare totalmente depotenziata dalla sterilità generale dell’approccio “da camera”. Il personaggio di John David Washington avrebbe dovuto essere interpretato originariamente da Michael B. Jordan. Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2022 nella sezione Grand Public.
Nuovamente dietro la macchina da presa dopo una lunga pausa che durava da Joy (2015), il regista David O. Russell torna a dirigere un grande cast hollywoodiano all-star in un’operazione che si rivela però fin dalle prime battute particolarmente ingessata e dal fiato cortissimo. Lo spunto di partenza, che fa dialogare aspetti micro e ricadute macro della storia americana, avrebbe tutte le carte in regola per stupire e per riflettere sul modo in cui l’America è solita leggere e metabolizzare la propria stessa immagine in seno ai processi storici, ma il risultato verso il quale il film è stato indirizzato e mandato in parto lascia abbastanza basiti e sconcertati. Piuttosto che orchestrare degli autentici risvolti narrativi e investigativi a partire dall’evento motore della vicenda, che vede coinvolta anche la figlia di un generale interpretata dalla popstar Taylor Swift, Amsterdam preferisce infatti “approfondire” e diluire mille sterili sottotrame e rivoli di senso altrettanto ridondanti, attraverso dialoghi interminabili che fiaccherebbero anche la più resistenza più corazzata di uno spettatore all’apice del masochismo. La voce narrante del personaggio di Bale si limita ad accompagnare didascalicamente la scansione degli eventi, ma alla luce del dispiego di mezzi e volti impiegati è piuttosto innegabile la sensazione di ritrovarsi al cospetto di uno dei più clamorosi e inspiegabili sprechi di risorse e potenziale mai concepito per il grande schermo, nel quale l’approccio calligrafico alle atmosfere del cinema dei primi decenni del XX secolo è un soffocante cappio al collo e il décor una presenza spaventosamente fiaccata e inerte, in grado solo di estinguere qualunque muscolarità delle prove recitative. Anche la fotografia di Emmanuel Lubezki, chiamata a restituire l’atmosfera noir degli anni 30, appare totalmente depotenziata dalla sterilità generale dell’approccio “da camera”. Il personaggio di John David Washington avrebbe dovuto essere interpretato originariamente da Michael B. Jordan. Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2022 nella sezione Grand Public.
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