Anna Bolena (Henny Porten), dama d'onore alla Corte di Enrico VIII (Emil Jannings), sposa il Re dopo che questi ha divorziato dalla regina Caterina (Hedwig Pauly-Winterstein), in barba alle leggi della Chiesa di Roma. Quando Anna partorirà una bambina (la futura regina d'Inghilterra, Elisabetta I), e non l'erede al trono tanto desiderato, Enrico VIII per liberarsi di lei la accusa di adulterio e la condanna a morte.

Secondo kolossal storico firmato da Lubitsch dopo Madame DuBarry (1919), più convenzionale e meno intrigante del suo predecessore. Qualsiasi tocco ironico o vagamente irriverente è sopito in nome di uno sguardo più neutro, poco coinvolto e, di conseguenza, poco coinvolgente. Il film risulta così poco più che un'illustrazione di classe, confezionata con impeccabile professionalità, ma fredda e impersonale. Colpisce e rimane impressa nella memoria, comunque, la figura di Enrico VIII cui Emil Jannings dà forma: un sovrano viscido e lussurioso, famelico e prepotente.