La vita politica di Alcide De Gasperi (Luigi Vannucchi), dalla liberazione di Roma nel 1944, passando per i governi del dopoguerra fino alla sconfitta nel congresso della DC del 1954. Ispirato agli scritti di De Gasperi stesso, è il film con cui Rossellini, ormai a fine carriera, tornò al cinema dopo dieci anni abbondanti dedicati alla divulgazione storica in televisione. Il problema è che il film mantiene lo stile didattico-illustrativo più sciapo dei lavori per la TV meno riusciti degli anni precedenti, con l'aggravante di venire proiettato in sala. Il risultato è quindi un sorta di sceneggiato piatto, compresso, un fotoromanzo che racconta la figura di De Gasperi in modo fedele ma mai originale, spesso scivolando involontariamente nell'agiografia di regime (il leader della DC viene descritto addirittura come colui che stemperò le tensioni tra Usa e URSS, idea che farebbe sorridere più di uno storico). Da encomiare invece la prova d'attore di Vannucchi, che riesce a rendere credibile la figura privata di De Gasperi, uomo dai costumi severissimi con una forza morale capace di mettere soggezione.