L'armata Brancaleone
1966
Rai Play
Paesi
Italia, Francia, Spagna
Generi
Commedia, Storico
Durata
120 min.
Formato
Colore
Regista
Mario Monicelli
Attori
Vittorio Gassman
Catherine Spaak
Folco Lulli
Gian Maria Volonté
Barbara Steele
Enrico Maria Salerno
Carlo Pisacane
Ugo Fangareggi
Brancaleone da Norcia (Vittorio Gassman), cavaliere dal disgraziato destino, guida una raffazzonata armata fino alla conquista del feudo di Aurocastro in Puglia.
I titoli di testa che aprono il film, animati dall'inconfondibile tratto del celebre illustratore Emanuele Luzzati e accompagnati dalle bellissime musiche di Carlo Rustichelli (il motivetto della pellicola diventerà un vero e proprio tormentone), sono la prima gemma da ricordare di un film esaltante e memorabile. Così come è stato per la Prima guerra mondiale (La grande guerra del 1959) e gli scioperi fine ottocenteschi (I compagni del 1963), anche il Medioevo finisce sotto la lente degli sceneggiatori Agenore Incroci, Furio Scarpelli (conosciuti come Age & Scarpelli) e Mario Monicelli. Viene così ambientata intorno all'anno 1000 una spassosa commedia all'italiana corale che narra le vicende di uno scalcinato gruppo di anti-eroi alle prese con un'impresa fuori dalla loro portata. L'età di mezzo come mai prima era stata raccontata, la farsa utilizzata per svelare crudamente la realtà di un periodo che nell'immaginario collettivo è fatto di dame, castelli e cavalieri. Creare ad hoc per la pellicola un linguaggio a metà tra il volgare dell'epoca e un italiano attuale dialettale è la geniale trovata degli sceneggiatori, che non pregiudica affatto l'effettiva comprensione del film, ma, anzi, ne diventa spassoso marchio di fabbrica. I costumi e le scenografie di Piero Gherardi, storico collaboratore di Federico Fellini, rendono L'armata Brancaleone un esempio perfetto di contaminazione tra diversi stili: con i suoi bizzarri indumenti, il protagonista può addirittura ricordare un samurai uscito da un film di Akira Kurosawa. Brancaleone non è il classico prode coraggioso, ma è un maldestro, ottuso e poco lucido disgraziato di ventura, e la sua “armata” è composta da vigliacchi, bambini e vecchi pronti a mollarlo di fronte al minimo pericolo. Accanto a un Gassman in gran forma, memorabile Enrico Maria Salerno nei panni del santone visionario. Il film venne presentato al Festival di Cannes 1966 e vinse tre Nastri d'argento. Campione di incassi, sarà seguito da Brancaleone alle crociate (1970).
I titoli di testa che aprono il film, animati dall'inconfondibile tratto del celebre illustratore Emanuele Luzzati e accompagnati dalle bellissime musiche di Carlo Rustichelli (il motivetto della pellicola diventerà un vero e proprio tormentone), sono la prima gemma da ricordare di un film esaltante e memorabile. Così come è stato per la Prima guerra mondiale (La grande guerra del 1959) e gli scioperi fine ottocenteschi (I compagni del 1963), anche il Medioevo finisce sotto la lente degli sceneggiatori Agenore Incroci, Furio Scarpelli (conosciuti come Age & Scarpelli) e Mario Monicelli. Viene così ambientata intorno all'anno 1000 una spassosa commedia all'italiana corale che narra le vicende di uno scalcinato gruppo di anti-eroi alle prese con un'impresa fuori dalla loro portata. L'età di mezzo come mai prima era stata raccontata, la farsa utilizzata per svelare crudamente la realtà di un periodo che nell'immaginario collettivo è fatto di dame, castelli e cavalieri. Creare ad hoc per la pellicola un linguaggio a metà tra il volgare dell'epoca e un italiano attuale dialettale è la geniale trovata degli sceneggiatori, che non pregiudica affatto l'effettiva comprensione del film, ma, anzi, ne diventa spassoso marchio di fabbrica. I costumi e le scenografie di Piero Gherardi, storico collaboratore di Federico Fellini, rendono L'armata Brancaleone un esempio perfetto di contaminazione tra diversi stili: con i suoi bizzarri indumenti, il protagonista può addirittura ricordare un samurai uscito da un film di Akira Kurosawa. Brancaleone non è il classico prode coraggioso, ma è un maldestro, ottuso e poco lucido disgraziato di ventura, e la sua “armata” è composta da vigliacchi, bambini e vecchi pronti a mollarlo di fronte al minimo pericolo. Accanto a un Gassman in gran forma, memorabile Enrico Maria Salerno nei panni del santone visionario. Il film venne presentato al Festival di Cannes 1966 e vinse tre Nastri d'argento. Campione di incassi, sarà seguito da Brancaleone alle crociate (1970).
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