Il conte Mascetti (Ugo Tognazzi), il Melandri (Gastone Moschin), il Sassaroli (Adolfo Celi) e il Necchi (Renzo Montagnani), si ritrovano al cimitero per omaggiare il defunto Perozzi (Philippe Noiret). Un momento che servirà ai quattro a ricordare gli scherzi fatti in passato, e a rendersi conto di non essere ancora disposti a smettere con la goliardia. A sette anni di distanza da Amici miei (1975), Monicelli decide di dar seguito agli esilaranti episodi che hanno come protagonisti i cinque amici toscani, spingendo ancor più intensamente verso il tono malinconico. Se nel primo capitolo la mezza età era il problema, qui i personaggi sono costretti a "ricordare", a causa dell'inaspettata morte dell'amico, che ha destabilizzato le loro vite. Le ultime “zingarate” sono circondate da eventi tragici come l'alluvione di Firenze o la grave malattia che colpisce uno dei personaggi. Più che una commedia, il film è un dramma in cui il sorriso è seguito puntualmente dall'amarezza, in un crescendo di nostalgia ed emozioni che colpiscono e coinvolgono. Il finale, con Tognazzi in sedia a rotelle che partecipa a una gara paraolimpica, raggiunge vette patetiche uniche nel cinema di Monicelli. Un grandissimo film testamentario, visto che da qui in avanti il regista non sarà più lo stesso. Ottimo il contributo di un cast perfettamente in forma. Renzo Montagnani sostituisce Duilio Del Prete nei panni del Necchi, dopo aver doppiato nel primo episodio Philippe Noiret: l'attore francese in questa circostanza ha la voce di Pino Locchi. Seguito da Amici miei – Atto III (1985), diretto però da Nanni Loy.