Stefano (Maurizio Nichetti), carabiniere quarantenne celibe, parlando con la madre (Milena Vukotic) inventa alcune storie su come sarebbe stata la sua vita se avesse compiuto scelte diverse: se si fosse sposato con Costanza (Caterina Sylos Labini), se fosse partito per l'America, se fosse diventato un professore. Nichetti lavora sulla struttura narrativa e mescola diversi filoni con buona maestria e raffinatezza. Il fantasioso regista milanese anticipa e sviluppa in maniera corposa un'idea di fondo che sarà alla base di molti film successivi, tra cui Sliding Doors (1998) di Peter Howitt. Le storie si intrecciano e si confondono con intelligenza e arguzia, così da non lasciare intuire per gran parte del lungometraggio quale sia la realtà e cosa, invece, sia frutto dell'immaginazione. Tornano alcuni temi ricorrenti nel mondo di Nichetti, come l'ingenuità, la fantasia e la sognante vena infantile, che porta a guardare il mondo con uno sguardo divertito e malinconico. L'idea è geniale, lo sviluppo a tratti elementare, ma ci si diverte e le intuizioni importanti non mancano. Come sempre, l'autore sceglie con cura le attrici di supporto, capaci di regalare buone interpretazioni (Elena Sofia Ricci, Caterina Sylos Labini e Amanda Sandrelli), ma a stupire sono Milena Vukotic e Renato Scarpa nei panni dei genitori di Stefano.