Il bandito della Casbah
Pépé le Moko
1937
Paese
Francia
Generi
Noir, Drammatico, Sentimentale
Durata
94 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Julien Duvivier
Attori
Jean Gabin
Mireille Balin
Gabriel Gabrio
Lucas Gridoux
Gilbert Gil
Line Noro
Marcel Dalio
Il parigino Pépé le Moko (Jean Gabin) è il capo di una banda di criminali che, per sfuggire alla polizia, si nasconde nella casbah di Algeri, dove trova l'aiuto degli abitanti locali e della bella Inès (Line Noro), una giovane innamorata di lui. Pressato dalle indagini dell'ispettore Slimane (Lucas Gridoux), Pépé andrà incontro a un tragico destino dopo aver perso la testa per la bella turista francese Gaby (Mireille Balin). Memorabile miscela di indagine poliziesca, dramma sentimentale e avventura, Il bandito della Casbah è sicuramente il titolo più celebre e significativo di Duvivier. A rendere immortale questo noir sui generis e in anticipo sui tempi, contribuisce senza dubbio l'atmosfera esotica ricreata all'interno degli angusti vicoli nordafricani (filmati in autentici esterni a Marsiglia e a Sète, nei pressi di Montpellier, o ricostruiti negli studi Pathé Cinéma), che segna un unicum rispetto alla tradizione del cinema nero a venire, che vivrà, in prevalenza, all'interno di ambientazioni metropolitane. Il contrasto tra la Parigi rimpianta e sognata dal protagonista e l'opprimente labirinto in cui egli è costretto a muoversi è uno dei motivi di fascino di una delle pellicole più importanti del filone del realismo poetico francese degli anni Trenta: colpisce, in particolare, la scrittura dei personaggi e quel romanticismo disperato che diventa presto il motore della vicenda, esattamente come nelle grandi pellicole di Marcel Carné (si pensi ad Alba tragica del 1939). Impossibile non citare la presenza del divo europeo dell'epoca Jean Gabin, granitico e foscamente romantico modello di antieroe consapevole di doversi piegare a un cupo fatalismo per potersi sentire vivo. Verranno realizzati due remake: Un'americana nella Casbah (1938) di John Cromwell e Casbah (1948) di John Berry. Carlo Ludovico Bragaglia, invece, trarrà spunto dal film per firmare la parodia Totò le Mokò (1949).
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