Blow Out
Blow Out
1981
Paese
Usa
Genere
Thriller
Durata
107 min.
Formato
Colore
Regista
Brian De Palma
Attori
John Travolta
Nancy Allen
John Lithgow
Dennis Franz
Un tecnico del suono (John Travolta), al lavoro sulla post-produzione di un film a basso costo, è testimone di un incidente stradale in cui perde la vita quello che si scoprirà essere un candidato alle presidenziali. Insieme a Sally (Nancy Allen) comincia a indagare su quello che si rivela essere qualcosa di più di un semplice incidente d'auto.
A partire dal titolo, che richiama con un gioco sottilmente cinéphile quello di Blow-Up (1966) di Michelangelo Antonioni, Blow Out, insieme a Vestito per uccidere (1980) e Omicidio a luci rosse (1984), si ascrive a quella felice parentesi del thriller depalmiano emblematico di un decennio in cui l'autore americano salda i debiti con il cinema di Alfred Hitchcock e ne fa vessillo formale, stilistico e “morale”. Suggestivo fin dalle prime battute e dotato di un epilogo extradiegetico beffardamente amaro, il film, purtroppo, perde un po' di verve in una parte centrale poco scorrevole e leggermente macchinosa, salvo riprendersi alla grande nel finale. Particolarmente interessanti, in ogni caso, le considerazioni sulla forza del sonoro (che ricordano diversi spunti già portati avanti da Francis Ford Coppola ne La conversazione del 1974), così come appaiono ancora godibili le interpretazioni dei due protagonisti e la raffinata confezione. Menzione speciale per la bella fotografia di Vilmos Zsigmond.
A partire dal titolo, che richiama con un gioco sottilmente cinéphile quello di Blow-Up (1966) di Michelangelo Antonioni, Blow Out, insieme a Vestito per uccidere (1980) e Omicidio a luci rosse (1984), si ascrive a quella felice parentesi del thriller depalmiano emblematico di un decennio in cui l'autore americano salda i debiti con il cinema di Alfred Hitchcock e ne fa vessillo formale, stilistico e “morale”. Suggestivo fin dalle prime battute e dotato di un epilogo extradiegetico beffardamente amaro, il film, purtroppo, perde un po' di verve in una parte centrale poco scorrevole e leggermente macchinosa, salvo riprendersi alla grande nel finale. Particolarmente interessanti, in ogni caso, le considerazioni sulla forza del sonoro (che ricordano diversi spunti già portati avanti da Francis Ford Coppola ne La conversazione del 1974), così come appaiono ancora godibili le interpretazioni dei due protagonisti e la raffinata confezione. Menzione speciale per la bella fotografia di Vilmos Zsigmond.
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