Augusten (Joseph Cross) vive con un padre (Alec Baldwin) assente e alcolizzato e una madre (Annette Bening) aspirante poetessa con turbe depressive. Quando i genitori decidono di divorziare, il ragazzo viene affidato allo psichiatra (Brian Cox) della donna e alla sua famiglia allargata, che si rivela essere molto sui generis. Correndo con le forbici in mano è l'adattamento cinematografico della stramba e sofferta adolescenza vissuta da Augusten Burroughs, raccontata nel suo romanzo autobiografico omonimo. Il regista Ryan Murphy, prestato dalla tv dove si è affermato come autore della serie medica Nip-Tuck, non riesce a trovare le chiavi per dare forma a questa storia, continuando a girare a vuoto, combattuto tra aspirazioni visionarie e una confezione leziosa e commerciale, incapace di osare davvero fino in fondo. Non basta avere un buon cast per ottenere un film convincente: la psicologia dei personaggi resta per lo più abbozzata rendendo difficile affezionarsi alle loro vicende, mentre la trama si trascina stancamente avanti e l'opera risulta, nel complesso, confusa e noiosa.