I dolci inganni
1960
Paesi
Italia, Francia
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
95 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Alberto Lattuada
Attori
Catherine Spaak
Christian Marquand
Jean Sorel
Juanita Faust
Marilù Tolo
Milly
La diciassettenne Francesca (Catherine Spaak), innamorata di Enrico (Christian Marquand), affermato architetto amico di famiglia, tra confidenze con le compagne di scuola, effimeri incontri galanti e ipotetici progetti futuri, cercherà di capire un po' meglio, nel corso di una giornata, il suo rapporto con l'amore.
Una delle opere in cui lo stile sensuale e ricercato di Alberto Lattuada ha raggiunto i risultati migliori. Evidente sin dalla bellissima sequenza di apertura, con la macchina da presa che accarezza il corpo di Catherine Spaak all'epoca quindicenne distesa nel letto, l'erotismo raffinato, calato in un clima di sospensione che segue la lezione di Michelangelo Antonioni, rifiuta qualsiasi connotazione morbosa nel modulare i turbamenti sentimentali di un'adolescente. Pudico e delicato, senza però risparmiare un ritratto corrosivo della pomposa borghesia chic attraverso il personaggio della contessa interpretata da Milly («L'amore è completo, goloso, possessivo, universale...universale come la gravità, come la sete, come il diluvio»). Troppo astratto per appassionare e troppo limitato nella struttura narrativa per essere un grande film di rottura. In ogni caso, la consueta geometria nelle inquadrature di Lattuada esalta gli interni e i corpi che si muovono all'interno di essi. La Spaak divenne un simbolo di sfuggente erotismo che turbò il sonno di molti spettatori. Belle musiche jazz di Piero Piccioni. Nella colonna sonora, Arrivederci di Umberto Bindi, cantata da Don Marino Barreto Jr. e Tornerai di Dino Olivieri e Nino Rastelli. Vietato ai minori di 16 anni.
Una delle opere in cui lo stile sensuale e ricercato di Alberto Lattuada ha raggiunto i risultati migliori. Evidente sin dalla bellissima sequenza di apertura, con la macchina da presa che accarezza il corpo di Catherine Spaak all'epoca quindicenne distesa nel letto, l'erotismo raffinato, calato in un clima di sospensione che segue la lezione di Michelangelo Antonioni, rifiuta qualsiasi connotazione morbosa nel modulare i turbamenti sentimentali di un'adolescente. Pudico e delicato, senza però risparmiare un ritratto corrosivo della pomposa borghesia chic attraverso il personaggio della contessa interpretata da Milly («L'amore è completo, goloso, possessivo, universale...universale come la gravità, come la sete, come il diluvio»). Troppo astratto per appassionare e troppo limitato nella struttura narrativa per essere un grande film di rottura. In ogni caso, la consueta geometria nelle inquadrature di Lattuada esalta gli interni e i corpi che si muovono all'interno di essi. La Spaak divenne un simbolo di sfuggente erotismo che turbò il sonno di molti spettatori. Belle musiche jazz di Piero Piccioni. Nella colonna sonora, Arrivederci di Umberto Bindi, cantata da Don Marino Barreto Jr. e Tornerai di Dino Olivieri e Nino Rastelli. Vietato ai minori di 16 anni.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare