Essential Truths of the Lake
Essential Truths of the Lake
2023
Paese
Filippine
Genere
Drammatico
Durata
215 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Lav Diaz
Attori
John Lloyd Cruz
Hazel Orencio
Shaina Magdayao
Bart Guingona
Il tenente Papauran (John Lloyd Cruz) rimane ossessionato dal caso di una ragazza scomparsa da diverso tempo. Andando oltre a ciò che gli compete per il suo ruolo, l’uomo andrà avanti a indagare da solo, muovendosi all’interno di un paesaggio sempre più devastato dalla corruzione e dai disastri naturali.
Giocando con la struttura del noir a cui è da sempre affezionato, Lav Diaz mette in scena la classica storia di un detective che finisce per rimanere incastrato nel vortice di misteri e ambiguità in cui si trova a indagare. Scomparsa nel 2005, la ragazza da cui rimane ossessionato si trasforma in un fantasma con cui è impossibile convivere anche a distanza di quindici anni, mentre le Filippine sono distrutte moralmente dalla politica di Duterte e dalla furia di un vulcano che crea un paesaggio grigio di cenere su cui il protagonista prova faticosamente a muoversi. Diaz torna così a tante tematiche già trattate, ma il suo lavoro riesce ugualmente a interessare e coinvolgere, toccando però corde emotive realmente profonde soltanto in alcuni, rari momenti, tra i quali svetta la notevolissima inquadratura finale. Il disegno d’insieme funziona, ma mancano quei grandi guizzi a cui l’autore filippino ci ha spesso abituato e il suo lavoro appassiona a tratti. È, a ogni modo, l’ennesimo grido urgente e doloroso di Diaz per rappresentare la terrificante realtà del suo paese e in cui, in mezzo alle macerie, riesce a trovare immagini di fortissima umanità. Presentato in concorso al Locarno Film Festival.
Giocando con la struttura del noir a cui è da sempre affezionato, Lav Diaz mette in scena la classica storia di un detective che finisce per rimanere incastrato nel vortice di misteri e ambiguità in cui si trova a indagare. Scomparsa nel 2005, la ragazza da cui rimane ossessionato si trasforma in un fantasma con cui è impossibile convivere anche a distanza di quindici anni, mentre le Filippine sono distrutte moralmente dalla politica di Duterte e dalla furia di un vulcano che crea un paesaggio grigio di cenere su cui il protagonista prova faticosamente a muoversi. Diaz torna così a tante tematiche già trattate, ma il suo lavoro riesce ugualmente a interessare e coinvolgere, toccando però corde emotive realmente profonde soltanto in alcuni, rari momenti, tra i quali svetta la notevolissima inquadratura finale. Il disegno d’insieme funziona, ma mancano quei grandi guizzi a cui l’autore filippino ci ha spesso abituato e il suo lavoro appassiona a tratti. È, a ogni modo, l’ennesimo grido urgente e doloroso di Diaz per rappresentare la terrificante realtà del suo paese e in cui, in mezzo alle macerie, riesce a trovare immagini di fortissima umanità. Presentato in concorso al Locarno Film Festival.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare