Eugenia Grandet
1946
Paese
Italia
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
100 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Mario Soldati
Attori
Alida Valli
Giorgio De Lullo
Gualtiero Tumiati
Giuditta Rissone
Maria Bodi
Eugenia Grandet (Alida Valli) è figlia di un uomo molto ricco ma avaro (Gualtiero Tumiati). Si innamora, ricambiata, di suo cugino Charles (Giorgio De Lullo), che però verrà allontanato nelle Indie dal capofamiglia. Passano gli anni ed Eugenia diventa ricca ereditando i possedimenti del defunto padre, ma Charles non darà notizie di sé se non dopo sette anni, quando ormai il suo amore per Eugenia è svanito. Tratto dall'omonimo romanzo di Honoré de Balzac, Eugenia Grandet è una pellicola interessante per l'approccio adottato in cabina di regia da Mario Soldati, ma comunque non del tutto appagante e compiuta a livello di resa complessiva, piuttosto circostanziata negli esiti e, globalmente, a dir poco illustrativa. Il film deve molto al romanzo di partenza, un'analisi stimolante sull'avarizia e sulla differenza generazionale, tagliente per l'epoca e in grado di risultare pungente e attuale anche oltre. Il regista riprende la struttura dell'opera piuttosto fedelmente, rimanendo nell'ombra e nascondendosi dietro un anonimato che alla lunga inizia a irritare. Provando solo e soltanto a far propria una certa nettezza e impassibilità di giudizio dal punto di vista morale e senza schierarsi dalla parte di nessun personaggio, Soldati incappa nell'errore di curare solo la forma del suo lavoro badando poco (se non per nulla) alla resa emotiva e alle sue possibili implicazioni, venendo oltretutto mal servito da un cast sotto la soglia del minimo sindacale in più di un'occasione. Eugenia Grandet si rivela, così, ben presto come un'operazione fredda e studiata a tavolino, incapace di lasciare il segno e forte, si fa per dire, di un formalismo registico sorprendentemente pronto a ritorcersi contro il suo stesso autore.
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