Nanda Diotavelli (Giulietta Masina), detta Fortunella, è un'innocente e spiantata giovane che sogna la bella vita ma deve fare i conti con un'esistenza fatta di sacrifici e problemi, a cominciare dal suo compagno di vita Peppino (Alberto Sordi), rigattiere truffaldino e fedifrago. Un incontro casuale con il pittoresco professor Golfiero Paganica (Paul Douglas) sembra ridestare vitalità e fiducia nel prossimo in Fortunella, ma il corso degli eventi riserverà nuove sorprese alla ragazza. Basato su un soggetto di Federico Fellini e su una sceneggiatura scritta dal regista con i fidi Ennio Flaiano e Tullio Pinelli, un ibrido poco ispirato in cui lo stile neorealista e scarno di Eduardo De Filippo mal si adatta alle tonalità fiabesche e dolceamare tipiche del cinema felliniano. Interessante la scelta di girare prevalentemente in notturna, così come non lascia indifferente il quadro offerto su reietti inadatti alla vita, abbandonati a se stessi, che si barcamenano tra piccole truffe e spettacoli itineranti. A mancare è però una sintesi coerente e cinematograficamente valida capace di fornire un affresco a tutto tondo. dando unitarietà e spessore a una serie di bozzetti affascinanti ma poco sostanziosi. Tanto più che la protagonista incarnata da Giulietta Masina appare una figurina esile, troppo simile alla Cabiria de Le notti di Cabiria (1957) o alla Gelsomina de La strada (1954), incapace di distaccarsi da quei modelli e vivere di vita propria, nonché di coinvolgere e emozionare (se non saltuariamente) lo spettatore. Celeberrimo il tema musicale di Fortunella composto da Nino Rota e ripreso dal compositore milanese nella colonna sonora de Il Padrino (1972) di Francis Ford Coppola.