Seconda guerra mondiale. L'ufficiale nazista Christian Diestl (Marlon Brando) vive gli orrori bellici e le atrocità commesse dal regime hitleriano, mentre il conflitto cambia per sempre le vite del timido e onesto ebreo americano Noah (Montgomery Clift) e dello spavaldo ma pavido yankee Michael (Dean Martin). Ispirandosi al romanzo omonimo di Irvin Shaw, Edward Dmytryk confeziona uno dei suoi film più ambiziosi, incentrato su un tema a lui caro – gli effetti della guerra sull'uomo – e piuttosto riuscito, nonostante la lunghezza smisurata e qualche discontinuità. Interpretata da un grande cast (Maximilian Schell è al suo esordio hollywoodiano), la pellicola si muove per quasi tutta la sua durata su due diversi piani spaziali, narrati in parallelo. Da una parte, la storia di Christian (magnifico Brando), che mostra i momenti più intensi e strazianti del film “dal punto di vista del nemico”; dall'altra, la bella amicizia virile tra i due personaggi di Clift e Martin, decisamente lontani dalla classiche figure di tanto cinema bellico. Il messaggio di fondo è intrinsecamente pacifista ma non privo di ambiguità: l'anti-eroe di Dean Martin è un codardo capace di redimersi o un razionale che cede alla violenza? Non c'è risposta e, forse, proprio in questo sta l'aspetto più interessante dell'opera. Notevole bianconero in CinemaScope di Joseph MacDonald.