Il mite ingegnere newyorkese Paul Kersey (Charles Bronson) vede la propria vita sconvolta quando tre rapinatori, irrompendo nella sua abitazione, aggrediscono mortalmente la moglie Joanna (Hope Lange) e abusano della figlia Carol (Kathleen Tolan). Di fronte all'impotenza delle forze dell'ordine, l'uomo si trasformerà in un giustiziere notturno armato a caccia di delinquenti. Tratto dall'omonimo romanzo di Brian Garfield, Il giustiziere della notte ha assunto nel corso degli anni l'aura di titolo cult. Incipit di una lunga serie di sequel e paradigma di svariati film incentrati sulla vendetta privata, la pellicola di Michael Winner consacra inoltre Charles Bronson nel suo ruolo più celebre, dopo quello di Armonica in C'era una volta il west (1968) di Sergio Leone; l'interessante soggetto di base viene però svilito da una sceneggiatura (di Wendell Mayes) banale e superficiale, che non pone la dovuta attenzione all'evoluzione psicologica del personaggio di Kersey, il quale passa dal rassicurante status di cittadino comune a quello di freddo assassino senza naturale gradualità. Non aiuta in tal senso l'interpretazione monocorde e inespressiva di Bronson, incapace di conferire al suo personaggio quelle sfumature di disperazione e cieco sentimento di rivalsa potenzialmente insite ma mai emergenti. Discrete, in ogni caso, le ambientazioni notturne e inquietanti di una pericolosa New York, teatro della criminalità e sfondo di un western metropolitano in cui la subway sostituisce le praterie. Esordio assoluto per Jeff Goldblum (uno dei criminali). Colonna sonora di Herbie Hancock.