L'innocenza del peccato
La fille coupée en deux
2007
Paesi
Francia, Germania
Genere
Drammatico
Durata
115 min.
Formato
Colore
Regista
Claude Chabrol
Attori
Ludivine Sagnier
Benoît Magimel
François Berléand
Mathilda May
Caroline Sihol
Marie Bunel
Thomas Chabrol
La giovane conduttrice televisiva Gabrielle (Ludivine Sagnier) viene sedotta e abbandonata dal sessantenne scrittore sposato Charles Saint-Denis (François Berléand). Per consolarsi, sposa il rampollo viziato Paul Gaudens (Benoît Magimel), ma la loro relazione viene minacciata dal passato di Gabrielle e dalla prepotenza patologica di Paul.
L'ultimo film importante del maestro francese che aveva aperto i varchi della Nouvelle Vague con Le beau Serge (1958), L'innocenza del peccato (orrendo il titolo italiano, l'originale è traducibile come “La ragazza tagliata in due”) racconta la parabola discendente di una giovane donna divisa tra due mondi maschili in colluttazione, due sfere sociali distinte ma ugualmente corrotte. La sequenza iniziale virata in rosso annuncia la venatura sporca e tragica che attraversa la narrazione ma, in seguito, l'immagine pulita ed elegante ne camuffa l'intenzione, così come il perbenismo dei salotti intellettuali nasconde fuori campo la perversione altrimenti proibita. Ispirandosi a un fatto di cronaca (l'assassinio dell'architetto Stanford White), Chabrol demolisce dall'interno i suoi tre protagonisti ma, infine, non ne condanna nessuno: se l'instabile Paul, interpretato efficacemente dall'estroso Benoît Magimel, è già dichiarato instabile e sconfitto, lo scrittore (funzionale François Berléand) che parla per citazioni di altri rivela poco a poco il vuoto cinico e opportunista; mentre Gabrielle (sensuale come non mai Ludivine Sagnier) è la vittima capricciosa, intrappolata dall'apparenza del mondo televisivo, dal fascino del pensiero colto e dello stile di vita borghese. Rimarrà pedina di uno spettacolo del potere (sessuale) perennemente “messo in scena”, che porta a un climax finale a dir poco coinvolgente. Tutto sembra fuori posto, nessuno dice la verità (soprattutto a se stesso) ed è proprio così che Chabrol dipinge magicamente la natura delle contraddizioni umane. Un film morboso ed elegantissimo, assolutamente da vedere. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
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