Jarhead
Jarhead
2005
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Guerra
Durata
125 min.
Formato
Colore
Regista
Sam Mendes
Attori
Jake Gyllenhaal
Peter Sarsgaard
Jamie Foxx
Jacob Vargas
Lucas Black
Chris Cooper
Laz Alonso
Anthony Swofford (Jake Gyllenhaal) si è arruolato nel corpo dei Marines e dopo diversi mesi di addestramento viene mandato in missione al fronte durante la guerra del Golfo, in Iraq. Il nemico però sembra tardare a palesarsi.
Tratto dall'autobiografia di Anthony Swofford, Jarhead affronta il tema della guerra in chiave insolita, puntando sulla rappresentazione della inanità dei soldati in attesa di entrare nel vivo del conflitto, piuttosto che su spettacolari azioni sul campo. Ricordando che il conflitto è fatto in gran parte di vuote attese (in cui il deserto fa da correlativo oggettivo allo stato d'animo dei ragazzi, lontani da casa, persi e incapaci di trovare un ruolo esistenziale), il regista punta tutto sulle battaglie interiori, con i protagonisti che, quasi ricordando un romanzo di Buzzati, aspettano un nemico invisibile al fronte, senza mai sparare un solo colpo. Buone trovate visive (molto efficaci la scena notturna dei pozzi petroliferi, le inquadrature a campo lungo mirate a isolare i personaggi, lo sconfinare della macchina da presa nel nulla desertico) e riferimenti cinematografici di alto spessore: si va dal Full Metal Jacket (1987) di Kubrick a Il cacciatore (1978) di Cimino passando per l'Apocalypse Now (1979) di Coppola. Non manca qualche ridondanza di troppo e alcuni personaggi (quello di Jamie Foxx in primis) risultano un po' macchiettistici, ma complessivamente lo si può definire ugualmente un film riuscito.
Tratto dall'autobiografia di Anthony Swofford, Jarhead affronta il tema della guerra in chiave insolita, puntando sulla rappresentazione della inanità dei soldati in attesa di entrare nel vivo del conflitto, piuttosto che su spettacolari azioni sul campo. Ricordando che il conflitto è fatto in gran parte di vuote attese (in cui il deserto fa da correlativo oggettivo allo stato d'animo dei ragazzi, lontani da casa, persi e incapaci di trovare un ruolo esistenziale), il regista punta tutto sulle battaglie interiori, con i protagonisti che, quasi ricordando un romanzo di Buzzati, aspettano un nemico invisibile al fronte, senza mai sparare un solo colpo. Buone trovate visive (molto efficaci la scena notturna dei pozzi petroliferi, le inquadrature a campo lungo mirate a isolare i personaggi, lo sconfinare della macchina da presa nel nulla desertico) e riferimenti cinematografici di alto spessore: si va dal Full Metal Jacket (1987) di Kubrick a Il cacciatore (1978) di Cimino passando per l'Apocalypse Now (1979) di Coppola. Non manca qualche ridondanza di troppo e alcuni personaggi (quello di Jamie Foxx in primis) risultano un po' macchiettistici, ma complessivamente lo si può definire ugualmente un film riuscito.
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