Un maledetto imbroglio
1959
Paese
Italia
Generi
Noir, Poliziesco
Durata
110 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Pietro Germi
Attori
Pietro Germi
Claudia Cardinale
Franco Fabrizi
Cristina Gaioni
Claudio Gora
Eleonora Rossi Drago
Saro Urzì
Nino Castelnuovo
Roma. Il commissario di polizia Ingravallo (Pietro Germi) indaga su un furto in casa di un collezionista d'arte. Poche ore dopo, nello stesso palazzo, viene uccisa la sofisticata signora Banducci (Eleonora Rossi Drago). L'indagine di Ingravallo lo porterà a sospettare del marito (Claudio Gora), del cugino della vittima (Franco Fabrizi) e infine della serva di casa Banducci, Assuntina (Claudia Cardinale) e di Diomede (Nino Castelnuovo), suo fidanzato.
Adattamento di un romanzo a dir poco complesso come Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda, autentico esempio di sperimentalismo letterario. Germi e i suoi sceneggiatori (Alfredo Giannetti e Ennio De Concini) semplificano, per quanto possibile, l'intricatissima trama, danno un volto al colpevole (la cui identità nel libro rimaneva oscura) e spostano l'ambientazione dall'epoca fascista alla Roma di fine anni cinquanta. Emerge così uno spaccato sociale sagace e corrosivo che sfrutta le atmosfere del noir per raccontare un'umanità sperduta e grossolana, infelice e feroce. Germi sceglie per sé il ruolo dell'investigatore e ne condivide il punto di vista sarcastico e distaccato, da osservatore coinvolto e al contempo spaesato che cerca di trovare un senso a una vicenda egualmente tragica e grottesca. Fedele, quindi, allo spirito del testo di Gadda, Germi sa dare forma cinematografica a un caos che accomuna la storia gialla e l'irrequietezza dei suoi protagonisti, garantendo sempre un buon ritmo alla narrazione grazie a una regia semplice e asciutta, azzeccando con pochi e centrati elementi le caratterizzazione dei personaggi e stemperando il dramma con indovinati tocchi di umorismo nero che preludono alla svolta nella sua filmografia che avverrà con Divorzio all'italiana (1961).
Adattamento di un romanzo a dir poco complesso come Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda, autentico esempio di sperimentalismo letterario. Germi e i suoi sceneggiatori (Alfredo Giannetti e Ennio De Concini) semplificano, per quanto possibile, l'intricatissima trama, danno un volto al colpevole (la cui identità nel libro rimaneva oscura) e spostano l'ambientazione dall'epoca fascista alla Roma di fine anni cinquanta. Emerge così uno spaccato sociale sagace e corrosivo che sfrutta le atmosfere del noir per raccontare un'umanità sperduta e grossolana, infelice e feroce. Germi sceglie per sé il ruolo dell'investigatore e ne condivide il punto di vista sarcastico e distaccato, da osservatore coinvolto e al contempo spaesato che cerca di trovare un senso a una vicenda egualmente tragica e grottesca. Fedele, quindi, allo spirito del testo di Gadda, Germi sa dare forma cinematografica a un caos che accomuna la storia gialla e l'irrequietezza dei suoi protagonisti, garantendo sempre un buon ritmo alla narrazione grazie a una regia semplice e asciutta, azzeccando con pochi e centrati elementi le caratterizzazione dei personaggi e stemperando il dramma con indovinati tocchi di umorismo nero che preludono alla svolta nella sua filmografia che avverrà con Divorzio all'italiana (1961).
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