Storia di Sayuri-Chio (Zhang Ziyi), cresciuta – a seguito della morte della madre – in una okyia, ed educata a diventare una compita e perfetta geisha dalla gentile Mameha (Michelle Yeoh). Innamorata sin da bambina di un Direttore Generale (Ken Watanabe), si scontrerà con la più importante delle sue compagne, Hatsumomo (Gong Li).
Sfarzosa, compilativa e lussuosa riduzione cinematografica dell'omonimo bestseller del 1997 firmato da Arthur Golden, Memorie di una geisha è, seppur laccato, un robusto e coinvolgente esempio di blockbuster raffinato per un pubblico, spesso femminile, affamato di grandi racconti sentimentali. Come quello di Sayuri, pedinata con elegante dedizione dall'infanzia all'età adulta, e valorizzata dalla regia altamente coreografica del ballerino (e, ça va sans dire, coreografo) Rob Marshall, reduce dal trionfo di Chicago, del 2002. Marshall, discreto narratore, si piega alla macchina hollywoodiana – che prevede facili accessi, pur nel trionfo del lusso e delle belle immagini, a banalizzazioni su usi e culture nipponiche – ma dribbla con sicurezza le aspre polemiche geografiche legate all'assoldamento di attrici non giapponesi (Zhang Ziyi e Gong Li sono cinesi, la Yeoh è malese). 3 premi Oscar, tutti meritati: ai costumi di Colleen Attwood, alle incantevoli scenografie di John Myhre e Gretchen Rau e alla fotografia di Dion Beebe. Maggiori considerazioni e allori avrebbero meritato sia l'intensa protagonista Zhang Ziyi (candidata tuttavia al Golden Globe come miglior attrice drammatica) e la felina, ombrosa, antagonista Gong Li.