L'agente dell'IMF Ethan Hunt (Tom Cruise) si trova rinchiuso in un carcere russo: i membri della sua squadra lo fanno evadere per mettersi a indagare sulla spia dal nome in codice “Cobalto” (Michael Nyqvist). Per farlo devono infiltrarsi nel Cremlino ma, una volta all'interno, vengono scoperti e, mentre si danno alla fuga, il palazzo è fatto parzialmente crollare dal loro misterioso avversario. Per evitare una guerra, il governo americano decide di attuare il “Protocollo Fantasma”: disconosce il loro operato e li accusa dell'attentato, lasciandogli però la possibilità di darsi alla fuga e cavarsi di impaccio.
Per il quarto episodio della serie, la regia passa a Brad Bird (al primo film non di animazione) anche se c’è ancora il marchio di J.J. Abrams (autore del capitolo precedente): produce la sua casa Bad Robot (insieme a Cruise), il compositore di fiducia Michael Giacchino firma la colonna sonora e nel prologo compare Josh Holloway (il Sawyer della serie Lost dello stesso Abrams) nella parte dell'agente Trevor Hanaway. Tutte scelte indovinate, cui si aggiunge la sempre migliore caratterizzazione dei comprimari di Cruise con l'aggiunta di William Brandt (Jeremy Renner) che si affianca all'ormai “storico” Simon Pegg nei panni di Benji Dunn. Per fortuna, con un riuscito escamotage narrativo, scompare anche la figura della moglie di Hunt; a non funzionare, però, sono la debole figura dell'antagonista e soprattutto la parentesi indiana con le tecniche di seduzione di Jane Carter (Paula Patton). Al netto di questi elementi poco riusciti, il film si fa però valere per la spettacolarità di numerose sequenze (la lunga scena a Dubai, in primis) e per un notevole senso del ritmo che si mantiene alto per tutta la durata. Ne risulta un prodotto di onestissimo intrattenimento, apprezzabile sia per i fan del franchise e del cinema d’azione, sia per chi è meno avvezzo al genere.