Cile, 1948: in piena Guerra fredda il senatore del partito comunista Pablo Neruda (Luis Gnecco) si oppone fermamente alle decisioni del governo filo-statunitense. Il presidente Videla (Alfredo Castro) decide quindi di destituire il poeta dal suo ruolo politico e incarica l’ispettore Óscar Peluchonneau (Gael García Bernal) di procedere all’arresto.
Nato da una sceneggiatura scritta a quattro mani dallo stesso Larraín con Guillermo Calderón, suo collaboratore già nel precedente Il club (2015), Neruda si dimostra fin da subito una tappa fondamentale nella filmografia di un regista sempre più consapevole dei propri mezzi. Il cineasta cileno si smarca completamente dai timori reverenziali nei confronti di uno dei suoi più importanti connazionali e affronta di petto il racconto della fuga dal regime dello scrittore premio Nobel per la letteratura nel 1971. Una elegia poetica in immagini, con l'opera di Neruda capace di influenzare sia i dialoghi, spesso inframmezzati da poesie recitate dai personaggi, sia la messa in scena, rapsodica e caratterizzata da continui cambi di scenario. Il tutto però è perfettamente funzionale al racconto, un fiume di avvenimenti in cui l’eroe e l’antieroe convergono in un’unica entità, politicamente agli antipodi ma spiritualmente vicinissimi. Un'accorata pellicola di straordinaria umanità, dove la ricerca costante di identità sembra riguardare i protagonisti ma anche una intera nazione. Magistrale l'equilibrio tra tensione drammatica e impegno politico ma ancora più sorprendente è la personalità che dimostra Larraín nell'attraversare i generi (dramma, noir, western crepuscolare) e nel restituire l'aria dell'epoca anche grazie a strumenti cinematografici come la retroproiezione. Non esiste un personaggio secondario tra Neruda e Peluchonneau, entrambi voci narranti fuori campo ed entrambi interpretati magistralmente da Luis Gnecco e Gael García Bernal. Grandiosa la livida fotografia del fido Sergio Armstrong. Un originale film biografico capace di distinguersi da qualsiasi altro esempio del genere, con un finale di straordinaria forza emotiva. Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2016.