L'esuberante Ossi (Ossi Oswalda) vive sotto la stretta sorveglianza dello zio (Ferry Sikla) e della governante (Margarete Kupfer). Quando il primo è costretto a partire, il suo posto sarà preso da un severissimo tutore (Curt Goetz). Frustrata dalla situazione Ossi decide di travestirsi da uomo, sgattaiolare fuori di casa e godersi un po' di libertà e divertimento. Divertissement en travesti, godibile ma piuttosto innocuo, in cui sono comunque presenti alcuni tratti distintivi della poetica di Lubitsch. Ma i giochi allusivi, la cura dei dettagli, il gusto per la trovata a effetto, l'interesse per i temi del doppio e dell'inganno come pratica di sopravvivenza sono sviluppati in maniera più grezza e meno articolata rispetto alla maggior parte dei successivi film del regista. Emerge, a ogni modo, un eterodosso punto di vista sul mondo, sostenuto da una esuberante energia creativa mirata a smascherare e prendersi gioco delle piccole e grandi ipocrisie della contemporaneità raccontata. Coraggiosa la scelta di inserire la scena del bacio finto-omosessuale tra Ossi travestita e il suo tutore: all'epoca, ovviamente, fu scandalo.