L'odio
La haine
1995
Paese
Francia
Genere
Drammatico
Durata
98 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Mathieu Kassovitz
Attori
Vincent Cassel
Hubert Koundé
Said Taghmaoui
Benoît Magimel
Mathieu Kassovitz
Nelle banlieue parigine è appena trascorsa una notte di scontri con la polizia, in cui un ragazzo di sedici anni è stato ferito letalmente e si trova ora in pericolo di vita. Tre giovani – Vinz (Vincent Cassel), Hubert (Hubert Koundé) e Saïd (Saïd Taghmaoui) – si aggirano per il quartiere fomentati dall'odio e decisi a sfogare la propria rabbia.

Il secondo lungometraggio di Mathieu Kassovitz è un piccolo gioiello capace di ritagliarsi a pieno diritto un posto tra i film europei di culto degli anni Novanta. La regia, secca, che alterna repentini movimenti di macchina all'uso di sinuosi piani-sequenza è impreziosita da una livida fotografia in bianco e nero aliena da ogni compiacimento manierista e capace di rifarsi a un tono semi documentaristico. Tale realismo da reportage non rimane comunque privo di un certo elemento anti-naturalista (che ricorda quella di alcuni video clip musicali), garantendo la percezione di un'estetica netta e distaccata. E i tre protagonisti, guidati da un senso di insoddisfazione, incarnano un preciso disagio giovanile, esaltato sia dall'atmosfera grezza, sia dalla formidabile interpretazione del trio di interpreti (nella versione originale i dialoghi sono in verlan, un linguaggio gergale francese). Il regista offre il ritratto di una società spezzata e in caduta libera, ma lo fa senza condannare o assolvere nessuno: lungi dall'esprimere qualsiasi giudizio (soprattutto morale), Kassovitz traccia le coordinate di uno spaccato di vita delle banlieue, in cui la violenza non è la chiave interpretativa del film ma solo un mezzo espressivo. Premio per la miglior regia al Festival di Cannes.
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