Porter (Mel Gibson) viene tradito da sua moglie (Deborah Kara Unger) e dal suo amico Val (Gregg Henry). I due aprono il fuoco su di lui credendolo morto e gli portano via un bottino di decine di miglia di dollari. Porter però non è morto e, dopo essersi curato come poteva, ha solo un obiettivo in mente: i soldi e la vendetta…
Tratto dal romanzo Anime carogne di Westlake del 1962, già portato sul grande schermo da John Boorman con Senza un attimo di tregua (1967). Alla regia una delle penne più abili di Hollywood, Brian Helgeland, sceneggiatore, tra gli altri, di L.A. Confidential(1997) e Mystic river(2003). Requisiti forti e affidabili che danno luogo però a un film debolissimo, un hard boiled spompo e logoro con un Mel Gibson spaesato in un Chicago virata al blu, pieno di escursioni e oscillazioni di tono decisamente sfasate e fuori luogo rispetto alla natura e alla complessità del genere, neutralizzata dalla medietà dilagante dell'operazione. Esiste anche una director's cut, che però aggiunge poco o nulla.