In un futuro prossimo, Michael Jennings (Ben Affleck) è specializzato in progetti segreti per grandi aziende: ogni volta, a fine lavoro, i suoi ricordi vengono cancellati. Dopo un incarico per la Allcom dell'amico James Rethrick, si ritrova senza memoria, braccato da killer e dall'Fbi. Con lui c'è solo Rachel (Uma Thurman) e alcuni oggetti, che potrebbero essere la chiave del mistero.
All'inizio degli anni 2000, il cinema di fantascienza hollywoodiano riscopre e comincia a saccheggiare le opere del visionario romanziere americano Philip K. Dick. Se uno dei migliori esempi è Minority Report di Steven Spielberg (2002), questo pastrocchio liberamente ispirato al racconto I labirinti della memoria (1953) ne è una volgare imitazione: un apologo sui pericoli dell'abuso tecnologico e lo strapotere delle corporations così zeppo di inverosimiglianze e semplificazioni, tanto da assomigliare più a un fantasy che a uno sci-fi. Affleck è imbalsamato e inespressivo, mentre persino l'abilità di Woo nelle scene action si è ormai appannata. Piatto e dozzinale, il film chiude indegnamente il discontinuo periodo a stelle e strisce del regista asiatico.