Vita del poeta e romanziere Reinaldo Arenas (Javier Bardem), nato a Cuba nel 1943 e morto a New York City nel 1990. Dopo essersi unito da ragazzo alla rivoluzione comunista di Fidel Castro, nel 1973 verrà incarcerato a causa della sua omosessualità, con il divieto di scrivere. Con l'avvento degli anni Ottanta, riuscirà a scappare dall'isola per trasferirsi negli Stati Uniti, ma i suoi tormenti non saranno ancora terminati.

Alla base c'è l'autobiografia di Arenas, Prima che sia notte, scritta dopo che gli venne diagnosticata l'AIDS. Dopo l'interessante opera prima Basquiat (1996), il pittore e regista Julian Schnabel porta sul grande schermo un altro biopic con protagonista un artista tormentato e pieno di talento. La materia di base poteva dare adito a un lungometraggio di grande spessore, ma il film fatica troppo a carburare e, pur crescendo alla distanza, non riesce a “recuperare i minuti persi”. La figura di Reinaldo, però, è ben approfondita, mentre il contesto storico e politico è spesso lasciato sullo sfondo. Buona prova di Javier Bardem, notevole nonostante una messinscena di maniera, priva di grandi guizzi e incapace di valorizzarlo adeguatamente. Tra gli attori di contorno, da segnalare Johnny Depp (in un curioso doppio-ruolo) e Sean Penn. Gran premio della giuria e Coppa Volpi alla miglior interpretazione maschile (Javier Bardem) alla 57ª edizione della Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia.