Vita e avventurose peripezie di Frank Abagnale Jr (Leonardo DiCaprio). Figlio unico di una coppia in crisi, a 16 anni pilota per la Pan American, medico di pronto soccorso ad Atlanta, avvocato in Louisiana e multimilionario. A pedinarlo in giro per gli States c'è un grigio, ordinario agente dell'FBI specializzato in frodi bancarie (Tom Hanks).

Tratto dall'incredibile autobiografia dell'autentico Frank Abagnale, è una tappa anomala all'interno della filmografia spielberghiana, capace però di coinvolgere e divertire grazie a una perfetta costruzione narrativa. Ritmo ed efficacia delle interpretazioni sono infatti i due maggiori pregi in un rutilante biopic che riflette, con il sorriso sulle labbra, sul senso di smarrimento di una Nazione che dietro le proprie apparenze nasconde fragilità e paure (impossibile non cogliere rimandi più o meno espliciti all'America post 11 settembre). Frank Abagnale è figlio di un'epoca dove la mistificazione garantisce la sopravvivenza e permette di esorcizzare una solitudine lancinante e un sentimento di mancata appartenenza (a una classe sociale, a una famiglia, a un contesto lavorativo). Spielberg sceglie il registro, per lui insolito, della commedia, ma il suo racconto brillante (anche grazie all'impeccabile sceneggiatura di Jeff Nathanson) è intriso di amarezza e di acute osservazioni sulla natura umana. Non mancano comunque alcuni dei temi cari al regista: dalla lotta indomita per l'affermazione della propria libertà fino al rapporto con la figura paterna, qui incarnata da un ottimo Christopher Walken (candidato all'Oscar). Molto curata la ricostruzione d'epoca, valorizzata dalla bella fotografia su toni pastello di Janusz Kaminski e arricchita da una piacevole colonna sonora vintage firmata dall'inossidabile John Williams. Strepitosi i titoli di testa animati.