Una violenta rivolta carceraria convince il direttore del penitenziario (Emile Meyer) a trattare con i detenuti. Ma c'è anche chi vuole reprimere la ribellione nel sangue. Per la prima volta in carriera, Don Siegel riesce a dar vita a un film dai grandi contenuti, uniti a un solido impianto formale. Il risultato è il primo titolo davvero importante della sua filmografia, che annovera film come Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo (1971) e Fuga da Alcatraz (1979). Partendo da una serie di fatti di cronaca, il regista ha optato per uno stile semidocumentaristico, teso ad accrescere la veridicità di quanto viene mostrato. Rivolta al blocco 11 è un'opera di denuncia a favore di una riforma carceraria per rendere più “umana” la vita dei detenuti nelle prigioni americane. Senza perdersi in troppi giri di parole, è un film essenziale, preciso, capace di andare subito al sodo e di farlo nel modo giusto. Ben sceneggiata da Richard Collins, la pellicola è tanto puntuale nel dare ritmo alla narrazione, quanto lucida nella riflessione che vuole portare avanti. L'atmosfera claustrofobica, inoltre, crea una certa suspense. Gli attori, non professionisti, sono reali detenuti. Uno dei titoli carcerari più duri ed emozionanti degli anni Cinquanta.