Il seme dell'uomo
1969
Paese
Italia
Generi
Drammatico, Fantascienza
Durata
113 min.
Formato
Colore
Regista
Marco Ferreri
Attori
Marco Margine
Anne Wiazemsky
Annie Girardot
Rada Rassimov
Adriano Aprà
Mario Vulpiani
In seguito a un'epidemia che sta decimando la popolazione mondiale, Cino (Marco Margine) e Dora (Anne Wiazemsky) si ritirano in una casa sulla spiaggia, tentando di riprendere una vita normale. La possibilità di proseguire la specie (per lui un dovere, per lei una sciagura) e l'arrivo di un'altra donna (Annie Girardot) sconvolgeranno gli equilibri.
Marco Ferreri, anche sceneggiatore con Sergio Bazzini, dirige un dramma fantascientifico sull'annientamento della società moderna, condannata al riciclo storico (le immagini di repertorio che mostrano esplosioni e distruzione) e all'inevitabile Apocalisse (la balena arenata sulla spiaggia, morte annunciata delle umane speranze). Un'opera che si avvicina all'arte concettuale, pregna di astrazioni e simbolismi, in cui l'ostinazione a ricreare un microcosmo feticista (il museo organizzato da Cino, trionfo di un feroce e irreversibile consumismo), il clima allucinato e onirico (esaltato dai dialoghi surreali e dalla fotografia aliena di Mario Vulpiani) e la disumanizzazione imperante («Oggi le scelte spettano ai cervelli elettronici, che non hanno i dubbi e le esitazioni di un uomo») preludono al crollo artistico, religioso e soprattutto morale: quasi insostenibile la violenza dello scontro tra Anne Wiazemsky e Annie Girardot, metafora di una regressione a livello bestiale che si concluderà con un rituale cannibalistico. Sesso, famiglia, riproduzione, metropoli, idoli pagani, guerra, mondanità: le ossessioni ferreriane organizzate in una sorta di imitazione cristologica, putrescente e malata, modellata su esseri ormai ridotti a sterili pupazzi. Nichilista, disperato, provocatorio: un film ostico e probante, ma necessario nella sua torbida sgradevolezza. Perfetti i protagonisti (apatici e straniti ancor prima che stranianti) e una memorabile sequenza finale («Il seme dell'uomo è germogliato! Ho seminato! Tutti i figli! I figli dei figli! Un milione, un miliardo di figli!»). Il critico Adriano Aprà è il giornalista televisivo.
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