I fratelli Sisters
The Sisters Brothers
2018
Amazon Prime Video
Paesi
Francia, Usa, Spagna, Romania
Genere
Western
Durata
120 min.
Formato
Colore
Regista
Jacques Audiard
Attori
Joaquin Phoenix
John C. Reilly
Jake Gyllenhaal
Riz Ahmed
Rutger Hauer
Carol Kane
Charlie (Joaquin Phoenix) e Eli Sisters (John C. Reilly) sono due fratelli che vivono nel selvaggio West di metà Ottocento. Per lavoro uccidono, ma mentre Charlie sembra nato per fare il killer, Eli sogna una vita normale. Quando il potente Commodoro li ingaggia per scovare un uomo e ucciderlo, inizia una spietata caccia che dall’Oregon li porterà fino in California.
Dopo la Palma d’oro vinta al Festival di Cannes con il drammatico Dheepan (2015), il parigino Jacques Audiard cambia genere e firma una sorta di anomalo western, che alterna momenti leggeri ad altri più malinconici, riuscendo abbastanza bene a spostarsi tra un registro e l’altro. Più che interessarsi a ridare vita agli stilemi di un genere che meriterebbe un tentativo di rinnovamento, Audiard si concentra in particolare sui due fratelli e sui costanti ribaltamenti del loro rapporto: il viaggio che compiono è, infatti, una sorta di percorso iniziatico che metterà alla prova il loro forte legame, portandoli continuamente a dividersi e poi a ritrovarsi. Ed è forse proprio questo sia il pregio che il limite maggiore di una pellicola dal forte spessore umano che, però, manca nel riuscire a stimolare un ragionamento più universale sul mondo che ha scelto di raccontare. La scrittura dei due personaggi principali è infatti curata e colpisce nel segno, mentre sono le altre figure a risultare più macchiettistiche e meno incisive. Con la consueta bravura tecnica, Audiard sopperisce ad alcuni momenti ridondanti e a una prima parte un po’ macchinosa: il film infatti cresce col passare dei minuti, anche grazie al comparto tecnico tra cui si segnala positivamente, in particolare, la fotografia di Benoît Debie, abituale collaboratore di Gaspar Noé. Meno suggestive del previsto le musiche di Alexandre Desplat. Cast in buona forma, con John C. Reilly che forse riesce a risultare anche più in parte del sempre magnetico Joaquin Phoenix e di un comunque efficace Jake Gyllenhaal. Tratto da un romanzo di Patrick Dewitt, il film è stato presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2018 dove ha vinto il Leone d'argento per la miglior regia.
Dopo la Palma d’oro vinta al Festival di Cannes con il drammatico Dheepan (2015), il parigino Jacques Audiard cambia genere e firma una sorta di anomalo western, che alterna momenti leggeri ad altri più malinconici, riuscendo abbastanza bene a spostarsi tra un registro e l’altro. Più che interessarsi a ridare vita agli stilemi di un genere che meriterebbe un tentativo di rinnovamento, Audiard si concentra in particolare sui due fratelli e sui costanti ribaltamenti del loro rapporto: il viaggio che compiono è, infatti, una sorta di percorso iniziatico che metterà alla prova il loro forte legame, portandoli continuamente a dividersi e poi a ritrovarsi. Ed è forse proprio questo sia il pregio che il limite maggiore di una pellicola dal forte spessore umano che, però, manca nel riuscire a stimolare un ragionamento più universale sul mondo che ha scelto di raccontare. La scrittura dei due personaggi principali è infatti curata e colpisce nel segno, mentre sono le altre figure a risultare più macchiettistiche e meno incisive. Con la consueta bravura tecnica, Audiard sopperisce ad alcuni momenti ridondanti e a una prima parte un po’ macchinosa: il film infatti cresce col passare dei minuti, anche grazie al comparto tecnico tra cui si segnala positivamente, in particolare, la fotografia di Benoît Debie, abituale collaboratore di Gaspar Noé. Meno suggestive del previsto le musiche di Alexandre Desplat. Cast in buona forma, con John C. Reilly che forse riesce a risultare anche più in parte del sempre magnetico Joaquin Phoenix e di un comunque efficace Jake Gyllenhaal. Tratto da un romanzo di Patrick Dewitt, il film è stato presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2018 dove ha vinto il Leone d'argento per la miglior regia.
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