Beat Takeshi (Takeshi Kitano) è un uomo di spettacolo, schiavo della celebrità e molto vanesio, impegnato a gestire la vita dentro e fuori dal set. Kitano (Takeshi Kitano), invece, è il timido cassiere di un supermercato, che vorrebbe fare l'attore ma che non riesce a farsi notare e a raggiungere la notorietà. I due sono l'uno il sosia dell'altro e, in occasione di un casting che li vede coinvolti per motivi opposti, finiranno per entrare in contatto. Evolutosi per più di dieci anni nella mente del regista giapponese, il dodicesimo film di Takeshi Kitano rappresenta il primo tassello di una trilogia incentrata sulla morte dell'artista, che troverà compimento coi successivi Glory to the Filmmaker! (2007) e Achille e la tartaruga (2008). In un'opera intimista e certamente sincera – ma altrettanto autoreferenziale – Kitano non riesce a dosare l'acceleratore sull'emotività, e dà vita a un oggetto difficilmente classificabile, all'interno del quale il caos creativo di felliniana memoria assume fatalmente i connotati del pasticcio, risultando confuso e assai poco stimolante. Takeshis' è un ritorno, per il regista, alla comicità degli esordi televisi, unita però alle sue più recenti paranoie artistiche, ben lontano dall'equilibrio formale di film come Il silenzio sul mare (1991), Sonatine (1993) e Hana-bi (1997). In concorso alla Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia nel 2005.