Jim (Bing Crosby) e Ted (Fred Astaire) sono due ballerini innamorati della stessa donna, la bella Lila (Virginia Dale), che finisce per preferire Ted. Spinto dalla delusione amorosa, Jim decide di ritirarsi dal mondo dello spettacolo per gestire un albergo aperto solo nei giorni di vacanza. Qui incontrerà Linda (Marjorie Reynolds), della quale si innamora, stavolta ricambiato. Tutto sembra andare per il verso giusto finché un giorno Ted, rimasto single dopo la separazione da Lila, bussa alla porta dell'albergo. Uno degli ultimi titoli della lunga carriera di Mark Sandrich, La taverna dell'allegria risulta essere anche uno dei suoi lavori più riusciti e significativi. Ritrovando in scena Fred Astaire (anche se, in questo caso, relegato al ruolo di coprotagonista e privo della sua storica partner Ginger Rogers), la pellicola si avvale di un fresco e genuino entusiasmo che rimanda ai primi titoli dell'autore (Cappello a cilindro del 1935, Cerco il mio amore del 1934). La trama è solo uno spunto per dare vita a numeri musicali efficaci e divertenti, Irving Berlin è più in forma che mai nel comporre una canzone per ogni singola festività e il film procede con ritmo serrato. La regia di Sandrich pare più curata del solito, sempre attenta nel restituire un'estetica elegante e sofisticata ma anche cangevole (l'autore infatti adegua lo stile utilizzato alle sequenze mostrate, optando per maggiore dinamismo e meno leziosità nelle scene ambientate nell'albergo). La pellicola venne nominate a tre premi Oscar (miglior colonna sonora, miglior sceneggiatura originale e miglior canzone) riuscendo a trionfare solo nell'ultima categoria grazie alla celeberrima White Christmas, scritta appositamente per questo film, che divenne il disco più venduto della storia.