Etiopia, 1936: un tenente italiano (Nicolas Cage) perde la ragione dopo aver ucciso accidentalmente una ragazza locale che aveva violentato poco pima. Il timore di aver contratto una malattia sessualmente trasmissibile e il senso di colpa inizieranno a farsi troppo pesanti da sopportare. Pasticciata trasposizione del bel romanzo di Ennio Flaiano, la cui portata è stata superficializzata dalla mediocre regia di Giuliano Montaldo e dalla grossolana sceneggiatura scritta dallo stesso autore insieme a Paolo Virzì e Giacomo Scarpelli. Più che una discesa negli abissi della mente umana, una caduta nel cinema più insignificante in assoluto. Nicolas Cage sopra le righe e totalmente inadeguato alla parte.