11 Settembre 2001. Subito dopo l'attacco alle Torri Gemelle, i soccorsi si fanno avanti per aiutare le persone imprigionate negli edifici. Due poliziotti (Nicolas Cage e Michael Peña) rimarranno a loro volta sepolti sotto le macerie, in attesa che qualcuno venga a salvarli.
Raccontare l'11 settembre non è cosa semplice. Farlo solo cinque anni dopo l'accaduto, quando la ferita inevitabilmente è ancora aperta, rende il tutto ancora più complicato: Oliver Stone accetta la sfida, ma senza riuscire a vincerla del tutto. World Trade Center è un film potenzialmente coraggioso e interessante, che prova a raccontare la tragedia dal basso, in un continuo slancio verso una rinascita che sia i protagonisti del film (le vicende e i personaggi che agiscono sulla scena sono ispirati a persone realmente esistenti e a fatti realmente accaduti) che l'America intera cercano con tutte le loro forze. Il terrore, lo smarrimento di fronte a una minaccia senza volto, la claustrofobia e la voglia di tornare a vivere sono tutti sentimenti e tematiche ben rappresentate nella pellicola, che riesce sin da subito a stabilire un contatto tra spettatore e personaggi. Quello che però Stone non riesce a fare è evitare un eccessivo tasso di retorica e nazionalismo che emergono costantemente e, poco alla volta, sommergono interamente la pellicola. I continui flashback e le visioni oniriche lasciano il tempo che trovano, classificando il lavoro come un prodotto studiato a tavolino per commuovere, piuttosto che come una vera e sincera riflessione sulla tragedia americana per eccellenza degli ultimi anni. Nicolas Cage si impegna, ma la sua performance risulta spesso sopra le righe.