Una forma di vita aliena prova a invadere la Terra attraverso perfetti cloni simili agli esseri umani. Elizabeth Driscoll (Brooke Adams) inizia a sospettare che sia successo qualcosa alla personalità del suo compagno (Art Hindle) e si accorgerà ben presto che il “problema” non riguarda solo lui.

Remake de L'invasione degli ultracorpi (1956) di Don Siegel (presente qui in un breve cameo), è una pellicola lontana dai fasti del modello originale ma, a suo modo, significativa, perlomeno nel panorama sci-fi anni '70. Ciò che appare meno d'impatto rispetto al lungometraggio di Siegel (la cui ispirazione proviene, come per questo film, da un romanzo di Jack Finney) sono l'aspetto di critica sociale e l'apparato simbolico che il regista vorrebbe muovere contro un mondo troppo omologato e incapace di comunicare adeguatamente. Probabilmente poco interessato ad approfondire queste componenti, Kaufman si concentra sulla resa scenica e sul ritmo narrativo, tralasciando i possibili sottotesti allegorici. Eppure, seppur non sia un'operazione di grande profondità, è un rifacimento efficace, forte di un andamento piacevole e di un cast in buona forma. Da vedere, a patto che non si abbiano troppi pregiudizi di “lesa maestà”. Altri due rifacimenti: nel 1993 Abel Ferrara con Ultracorpi – L'invasione continua, nel 2007 Oliver Hirschbiegel con Invasion.