To Rome with Love
To Rome with Love
2012
Paesi
Usa, Italia, Spagna
Genere
Commedia
Durata
112 min.
Formato
Colore
Regista
Woody Allen
Attori
Woody Allen
Roberto Benigni
Penélope Cruz
Alec Baldwin
Judy Davis
Jesse Eisenberg
Greta Gerwig
Ellen Page
Alessandro Tiberi
Riccardo Scamarcio
Gianmarco Tognazzi
Alessandra Mastronardi
In una Roma afosa e assolata si sviluppano in parallelo quattro storie. Un giovane studente, innamorato della migliore amica della sua fidanzata, segue i consigli di un saggio architetto americano; un cantante d'opera sui generis riesce a esprimere le proprie incredibili doti canore solo sotto la doccia; un uomo comune diventa inspiegabilmente una celebrità; una serie di scappatelle e tradimenti reciproci consolidano il matrimonio di una giovane coppia.
Dopo aver riportato sullo schermo il suo incondizionato amore per New York attraverso opere cinematografiche di rara sensibilità, capaci di coniugare umorismo e dramma esistenziale riflettendo sui sentimenti, sul ruolo dell'artista e su temi scomodi come la religione e la morte, Woody Allen decide, a settantasette anni suonati, di confrontarsi con i (tanti) vizi e le (poche) virtù degli italiani. Al posto del consueto sguardo appassionato, subentra il maldestro tentativo di passare in rassegna gli stereotipi dell'italiano “da esportazione”, gravato da un pesante fardello di luoghi comuni, prestando più attenzione al product placement che alle abituali finezze nella descrizione dei personaggi. Fruibile solo da un pubblico anglofono abituato a identificare il Bel Paese con un'accozzaglia di cliché (la “stupidità” mediatica, il successo effimero, l'“allupamento” facile), il film non riesce nemmeno a esaltare la bellezza classica di Roma, ridotta a uno scenario da spot per la telefonia mobile. Il cast, metà americano e metà italiano, è mal assortito, le trovate comiche scarseggiano e la tenuta stilistica è assimilabile a quella di una serie televisiva. I numerosi fan di Allen è meglio che vivano di ricordi. Peccato. Provaci ancora, Woody.
Dopo aver riportato sullo schermo il suo incondizionato amore per New York attraverso opere cinematografiche di rara sensibilità, capaci di coniugare umorismo e dramma esistenziale riflettendo sui sentimenti, sul ruolo dell'artista e su temi scomodi come la religione e la morte, Woody Allen decide, a settantasette anni suonati, di confrontarsi con i (tanti) vizi e le (poche) virtù degli italiani. Al posto del consueto sguardo appassionato, subentra il maldestro tentativo di passare in rassegna gli stereotipi dell'italiano “da esportazione”, gravato da un pesante fardello di luoghi comuni, prestando più attenzione al product placement che alle abituali finezze nella descrizione dei personaggi. Fruibile solo da un pubblico anglofono abituato a identificare il Bel Paese con un'accozzaglia di cliché (la “stupidità” mediatica, il successo effimero, l'“allupamento” facile), il film non riesce nemmeno a esaltare la bellezza classica di Roma, ridotta a uno scenario da spot per la telefonia mobile. Il cast, metà americano e metà italiano, è mal assortito, le trovate comiche scarseggiano e la tenuta stilistica è assimilabile a quella di una serie televisiva. I numerosi fan di Allen è meglio che vivano di ricordi. Peccato. Provaci ancora, Woody.
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27 dicembre
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21:10