Documentario sulla vita e la carriera artistica di Franco Scaldati, drammaturgo palermitano scomparso nel 2013 e ricordato (da poche persone) per aver saputo portare in scena un'umanità emarginata e sconosciuta ai più. Dopo l'istrionico Belluscone. Una storia siciliana (2014), Franco Maresco torna a fare i conti con il documentario, questa volta in maniera più canonica e lineare, mostrando e analizzando la vita e la poetica di Scaldati. Avvalendosi di un minuzioso lavoro di ricerca, il regista restituisce al pubblico l'immagine di un drammaturgo a molti sconosciuto e poco considerato. Ma c'è di più: Maresco è interessato anche a mostrare una realtà culturale (quella italiana) fallace e di facciata, a cominciare dalle autorità, per arrivare al pubblico che riempie le sale e i teatri, tutti siamo colpevoli di una mancata passione artistica e di una scarsa voglia di conoscenza. L'epilogo del film (tanto efficace quanto didascalico) ne è la prova. A tratti troppo convenzionale, ma ugualmente toccante e capace di far riflettere. Presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2015.