Franz Sanchez (Robert Davi), potente trafficante di droga messicano, riduce in fin di vita l'agente della CIA Felix Leiter (David Hedison) e uccide barbaramente sua moglie. James Bond (Timothy Dalton), rassegna le dimissioni dal servizio segreto di Sua Maestà e inizia una spietata vendetta privata.
Precursore di un James Bond moderno, cinico e determinato ma vulnerabile nei sentimenti, Timothy Dalton, per la seconda (e purtroppo ultima) volta nei panni di 007, propone un protagonista di algida eleganza, il cui sguardo di ghiaccio ben si accompagna al suo piglio deciso, molto fedele allo spirito dei romanzi di Ian Fleming. Dinamica e appassionante, la sceneggiatura di Michael G. Wilson e Richard Maibaum abbandona le fantomatiche organizzazioni criminali con l'hobby di conquistare il mondo e porta sullo schermo una vicenda di insolita violenza per un film della saga, in cui lo spettro della droga e della corruzione hanno la meglio sui consueti scontri “galanti” con il cattivo di turno. Accattivante ambientazione statunitense (Messico, Florida), sguardo sarcastico verso il mondo della giustizia yankee, un villain spietato dal fascino magnetico (interpretato dall'ottimo Robert Davi), effetti speciali funzionali e un memorabile inseguimento finale, tra esplosioni, violenti corpo a corpo e pericolose acrobazie. Bellissime e sensuali Carey Lowell e Talisa Soto. Spassosa partecipazione di Q (Desmond Llewelyn), impegnato in missione. I tempi si evolvono e James Bond si conferma un eroe capace di essere lo specchio della realtà socio-culturale che lo circonda. Un cambio di rotta con cui 007 chiude gli anni '80 e si proietta verso un nuovo decennio. Pimpante colonna sonora di Michael Kamen, bella fotografia di Alec Mills. Spettacolo assicurato.