Tra i personaggi più affascinanti nella storia del cinema ci sono sicuramente gli antagonisti, i cattivi, spesso più sfaccettati e complessi rispetto ai personaggi principali. Non fanno eccezione i Classici Disney, che da Grimilde – regina cattiva di Biancaneve e i sette nani – a Facilier, villain di La principessa e il ranocchio, hanno messo in luce i lati oscuri del genere umano, quelli che la tradizione chiama i Vizi o Peccati Capitali. Gola, Avarizia, Accidia, Invidia, Ira, Superbia e Lussuria: i cattivi più iconici in realtà spaziano tra questi vizi, alcuni ne incarnano anche più di uno.
1. «Tagliatele la testa!»: Ira
Descritta come «un sentimento per lo più improvviso e violento, provocato dal comportamento di persone o a fatti, circostanze, avvenimenti sfavorevoli; tende a sfogarsi con parole concitate, talvolta con offese, con azioni di rabbia, con una punizion eccessiva o con la vendetta, contro chi, volontariamente o involontariamente, lo ha provocato». Benché in ambito Disney l’esempio più eclatante potrebbe essere Paperino, se si parla di Classici sono diversi i personaggi che incarnano questo vizio, ma ce ne sono tre in particolare che lo esplicitano in maniera evidente. Dopotutto, nel Paese delle Meraviglie non c’è creatura che non abbia timore che la sua testa possa rotolare da un momento all’altro e la Regina di Cuori è un perfetto esempio di come perfere la calma in maniera eccessiva (seppur spesso immotivata) possa portare a conseguenze estreme. Ma non è l’unica, Capitan Uncino vive con la sete di vendetta nei confronti di Peter Pan, reo di avergli mozzato la mano e gettata in pasto al coccodrillo: non mancano momenti in cui, in preda alla frustrazione, il pirata inveisce contro l’inerme Spugna o contro lo stesso Peter, facendo anche ricorso a insulti. A completare il trittico, uno dei villain più esilaranti (se non il più esilarante) dell’intera filmografia Disney: Ade, re degli inferi. A causa dei continui fallimenti del suo piano per uccidere Ercole e spodestare Zeus come re dell’Olimpo, regala diversi momenti di rabbia incontrollata durante tutta la durata di Hercules – «Sete?!» – con frasi divenute iconiche come «Promemoria, promemoria per me: mutilarvi dopo la mia missione».
2. «Un particolare buffo sul voodoo, Larry. Non posso fare incantesimi su me stesso»: Accidia
Con Accidia si intende la «negligenza nell’operare il bene e nell’esercitare le virtù», e chi meglio del Dr. Facilier, villain di La principessa e il ranocchio, incarna questo vizio? Lui che sfrutta la magia nera e i riti voodoo per arricchirsi: in realtà potrebbe far pensare all’avarizia, ma le sue rcchezze servono a saldare dei debiti con gli spiriti maligni, ai quali ha venduto l’anima a un prezzo che non riuscirà mai a ripagare. Cercare persone e approfittare della loro condizione per raggirarle e trarre vantaggio dalle loro debolezze senza, di fatto, un piano preciso e sfruttando solo poteri magici provenienti dall’esterno: questo è il Dr. Facilier, villain di uno dei gioielli più sottovalutati della filmografia Disney. Non è l’unico, in realtà, anche se pe trovare un altro esempio eclatante bisogna spostarsi in zona Disney/Pixar: chi meglio di una cicala può rappresentare l’accidia? Hopper, crudele strozzino di A Bug’s Life – Megaminimondo, è il perfetto esempio di chi, grazie alla paura e al timore che incute nei più deboli, vive di ozio sapendo che c’è chi lavora al posto suo.
3. «Oh, è il mio unico amore, tesoro: io vivo per le pellicce, adoro le pellicce!»: Lussuria
Con Lussuria, al di là del significato dantesco, è possibile intendere un «eccesso nel modo di vivere, stravizio». O anche la volontà di abbandonarsi a ogni genere di piacere, di lusso, anche a discapito del prossimo. E se il prossimo in questione fossero 99 cuccioli di dalmata neonati e sottratti ai loro genitori e ai loro padroni, ecco che questo vizio trova corrispondenza in Crudelia De Mon, indimenticabile antagonista di La carica dei 101. Non mancano scatti d’ira nei confronti dei suoi scagnozzi, Gaspare e Orazio («Non m'importa di come ammazzerete quei vermiciattoli, purché lo facciate! E subito!»), come indimenticabile è il suo sguardo inettato di sangue in auto, ma è indubbiamente il gusto per il lusso e per l’eccesso a risaltare maggiormente, per il quale è disposta anche a uccidere e scuoiare dei piccoli dalmata, dei quali è in grado solo di vedere delle potenziali pellicce. Tra i villains Disney è sicuramente una delle più rappresentative: mefitica e senza alcuna pietà. Dal Tamigi alla Senna: in Il gobbo di Notre Dame Frollo è senza dubbio uno dei personaggi Disney più malvagi, ma è l’incontro con la gitana Esmeralda a smascherare il suo desiderio lussurioso: «Sei pronta? Gitana! Lo so che tornerai, ti aspetto all'Inferno, le fiamme oppure mia! Dio sii buono con lei, Dio sii buono con me! Ma lei sarà mia o morirà».
4. «Schiavo, esaudisci il mio terzo desiderio: voglio essere trasformato in un Genio onnipotente!»: Gola
La Gola può essere intesa a livello letterale come il continuo desiderio di cibo, una fame irrefrenabile, ma allo stesso tempo la si può intendere come «ingordigia», ossia l’incapacità di porre un limite alla propria ambizione, come se quel che si possiede non fosse mai abbastanza. In questo senso è possibile pensare a Jafar, il gran visir di Agrabah, come l’incarnazione di questo vizio: disposto ad uccidere per accedere alla caverna delle meraviglie, escogita poi un piano per rubare la lampada dalle mani di Aladdin, ed è quando finalmente la ottiene che inizia il suo delirio di onnipotenza e fame di potere. Innanzitutto si fa trasformare in un sultano, ma non pago di questo ruolo, per poter affrontare Aladdin chiede al genio di farlo diventare lo stregone più potente sulla faccia della Terra, per poi – ed è qui che pagherà la sua scelta – chiedere di diventare genio a sua volta.
5. «Raddoppia le tasse! Triplica le tasse! Spremi fino all'ultima goccia questi insolenti "bifolchi canori"!»: Avarizia
«Eccessivo ritegno nello spendere e nel donare, per un gretto attaccamento al denaro e a ciò che si possiede»: questa è l’Avarizia e il collegamento immediato nei Classici Disney, al di là di zio Paperone (e del suo toccante e redento Ebenezer Scrooge) non può che essere il Principe Giovanni, che in Robin Hood mostra più di una volta il suo morboso attaccamento al denaro, massacrando senza pietà la popolazione di Sherwood con le tasse, sempre più salate. L’avarizia, o meglio sarebbe dire l’attaccamento al denaro misto a invidia, è il movente delle azioni di Edgar, il maggiordomo de Gli Aristogatti che origliando la conversazione tra Madame Adelaide e l’avvocato, George, capisce che l’eredità della donna andrà ai suoi amati gatti e non a lui come sperava: «I gatti ereditano per primi e io vengo dopo i gatti. Io, dopo… oh, non è giusto!». La sentenza del maggiordomo, in tal senso, è lapidaria: «Quei gatti devono sparire!».
6. «Ma guarda! È proprio il mio fratellone disceso dall'Olimpo per mescolarsi coi comuni mortali»: Invidia
«Sentimento spiacevole che si prova per un bene o una qualità altrui che si vorrebbero per sé, accompagnato spesso da avversione e rancore»: i Classici Disney hanno portato diversi esempi di personaggi capaci di portare in sé questo vizio, a partire dal già nominato Ade, passando per Ursula, la strega del mare de La sirenetta. Eppure, se c’è un cattivo capace di spingersi fino all’omicidio del proprio fratello (e potenzialmente del proprio nipote) a causa dell’invidia e della brama di potere è Scar, fratellastro di Mufasa e mefitico villain di Il re leone. Sicuramente uno dei personaggi più crudeli dell’animazione Disney, anche se, parlando di Invidia, esiste un precedente celeberrimo, datato 1937, con Biancaneve e i sette nani: «Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?». La risposta non piacerà alla regina Grimilde, che ha nei suoi piani la morte della giovane figliastra, salvata solo dal buon cuore del cacciatore cui aveva affidato il compito. Grimilde non si dà per vinta e la mela avvelenata è l’estremo tentativo per togliere la vita a una giovane che, agli occhi della strega, ha la colpa imperdonabile di essere più bella di lei.
7. «Pensavate di sconfiggere me? ME? La regina di ogni male»: Superbia
«Esagerata stima di sé e dei propri meriti (reali o presunti), che si manifesta esteriormente con un atteggiamento altezzoso e sprezzante e con un ostentato senso di superiorità nei confronti degli altri»: così viene definita la Superbia e, come spesso accade, non sono pochi i cattivi ad incarnare questo vizio. Tra tutti, però, c’è chi è riuscito ad elevare quasi ogni vizio all’estremo, risultando a tutti gli effetti la cattiva più crudele e malvagia di tutta la storia dell’animazione Disney: Malefica. Non invitata al battesimo della principessa Aurora, la strega decide di vendicarsi con una maledizione, riuscendo a miscelare anche invidia e ira: iconica e indelebile. In buona compagnia, se così si può dire: basti pensare a Rattigan, il perfido criminale di Basil l’investigatopo («Ho un grande cervello/ Ma non solo quello/ Sono alto e sì, molto bello!»: questo il suo biglietto da visita) che ha in mente di diventare re d’Inghilterra, unica mente in grado di tenere testa a Basil, la versione a misura di topolino di Sherlock Holmes. Da Londra alla Francia: La bella e la bestia. Gaston, con i suoi muscoli ostentati, i suoi trofei di caccia appesi al muro e la sua presunzione di poter sposare l'inarrivabile Belle dando per scontato che lei acconsenta. Non bastasse questo, la sua superbia è espressa esplicitamente poco prima di morire nello scontro finale: «Bestia? Pensavi davvero che avrebbe voluto te quando poteva avere uno come me?».
Da un lato resta un mistero il fatto che i villains possano risultare più affascinanti, ma forse è proprio il loro essere così sfaccettati (a differenza di molti protagonisti delle fiabe) a renderli così interessanti. Così umani, dopotutto.
Lorenzo Bianchi
1. «Tagliatele la testa!»: Ira
Descritta come «un sentimento per lo più improvviso e violento, provocato dal comportamento di persone o a fatti, circostanze, avvenimenti sfavorevoli; tende a sfogarsi con parole concitate, talvolta con offese, con azioni di rabbia, con una punizion eccessiva o con la vendetta, contro chi, volontariamente o involontariamente, lo ha provocato». Benché in ambito Disney l’esempio più eclatante potrebbe essere Paperino, se si parla di Classici sono diversi i personaggi che incarnano questo vizio, ma ce ne sono tre in particolare che lo esplicitano in maniera evidente. Dopotutto, nel Paese delle Meraviglie non c’è creatura che non abbia timore che la sua testa possa rotolare da un momento all’altro e la Regina di Cuori è un perfetto esempio di come perfere la calma in maniera eccessiva (seppur spesso immotivata) possa portare a conseguenze estreme. Ma non è l’unica, Capitan Uncino vive con la sete di vendetta nei confronti di Peter Pan, reo di avergli mozzato la mano e gettata in pasto al coccodrillo: non mancano momenti in cui, in preda alla frustrazione, il pirata inveisce contro l’inerme Spugna o contro lo stesso Peter, facendo anche ricorso a insulti. A completare il trittico, uno dei villain più esilaranti (se non il più esilarante) dell’intera filmografia Disney: Ade, re degli inferi. A causa dei continui fallimenti del suo piano per uccidere Ercole e spodestare Zeus come re dell’Olimpo, regala diversi momenti di rabbia incontrollata durante tutta la durata di Hercules – «Sete?!» – con frasi divenute iconiche come «Promemoria, promemoria per me: mutilarvi dopo la mia missione».
2. «Un particolare buffo sul voodoo, Larry. Non posso fare incantesimi su me stesso»: Accidia
Con Accidia si intende la «negligenza nell’operare il bene e nell’esercitare le virtù», e chi meglio del Dr. Facilier, villain di La principessa e il ranocchio, incarna questo vizio? Lui che sfrutta la magia nera e i riti voodoo per arricchirsi: in realtà potrebbe far pensare all’avarizia, ma le sue rcchezze servono a saldare dei debiti con gli spiriti maligni, ai quali ha venduto l’anima a un prezzo che non riuscirà mai a ripagare. Cercare persone e approfittare della loro condizione per raggirarle e trarre vantaggio dalle loro debolezze senza, di fatto, un piano preciso e sfruttando solo poteri magici provenienti dall’esterno: questo è il Dr. Facilier, villain di uno dei gioielli più sottovalutati della filmografia Disney. Non è l’unico, in realtà, anche se pe trovare un altro esempio eclatante bisogna spostarsi in zona Disney/Pixar: chi meglio di una cicala può rappresentare l’accidia? Hopper, crudele strozzino di A Bug’s Life – Megaminimondo, è il perfetto esempio di chi, grazie alla paura e al timore che incute nei più deboli, vive di ozio sapendo che c’è chi lavora al posto suo.
3. «Oh, è il mio unico amore, tesoro: io vivo per le pellicce, adoro le pellicce!»: Lussuria
Con Lussuria, al di là del significato dantesco, è possibile intendere un «eccesso nel modo di vivere, stravizio». O anche la volontà di abbandonarsi a ogni genere di piacere, di lusso, anche a discapito del prossimo. E se il prossimo in questione fossero 99 cuccioli di dalmata neonati e sottratti ai loro genitori e ai loro padroni, ecco che questo vizio trova corrispondenza in Crudelia De Mon, indimenticabile antagonista di La carica dei 101. Non mancano scatti d’ira nei confronti dei suoi scagnozzi, Gaspare e Orazio («Non m'importa di come ammazzerete quei vermiciattoli, purché lo facciate! E subito!»), come indimenticabile è il suo sguardo inettato di sangue in auto, ma è indubbiamente il gusto per il lusso e per l’eccesso a risaltare maggiormente, per il quale è disposta anche a uccidere e scuoiare dei piccoli dalmata, dei quali è in grado solo di vedere delle potenziali pellicce. Tra i villains Disney è sicuramente una delle più rappresentative: mefitica e senza alcuna pietà. Dal Tamigi alla Senna: in Il gobbo di Notre Dame Frollo è senza dubbio uno dei personaggi Disney più malvagi, ma è l’incontro con la gitana Esmeralda a smascherare il suo desiderio lussurioso: «Sei pronta? Gitana! Lo so che tornerai, ti aspetto all'Inferno, le fiamme oppure mia! Dio sii buono con lei, Dio sii buono con me! Ma lei sarà mia o morirà».
4. «Schiavo, esaudisci il mio terzo desiderio: voglio essere trasformato in un Genio onnipotente!»: Gola
La Gola può essere intesa a livello letterale come il continuo desiderio di cibo, una fame irrefrenabile, ma allo stesso tempo la si può intendere come «ingordigia», ossia l’incapacità di porre un limite alla propria ambizione, come se quel che si possiede non fosse mai abbastanza. In questo senso è possibile pensare a Jafar, il gran visir di Agrabah, come l’incarnazione di questo vizio: disposto ad uccidere per accedere alla caverna delle meraviglie, escogita poi un piano per rubare la lampada dalle mani di Aladdin, ed è quando finalmente la ottiene che inizia il suo delirio di onnipotenza e fame di potere. Innanzitutto si fa trasformare in un sultano, ma non pago di questo ruolo, per poter affrontare Aladdin chiede al genio di farlo diventare lo stregone più potente sulla faccia della Terra, per poi – ed è qui che pagherà la sua scelta – chiedere di diventare genio a sua volta.
5. «Raddoppia le tasse! Triplica le tasse! Spremi fino all'ultima goccia questi insolenti "bifolchi canori"!»: Avarizia
«Eccessivo ritegno nello spendere e nel donare, per un gretto attaccamento al denaro e a ciò che si possiede»: questa è l’Avarizia e il collegamento immediato nei Classici Disney, al di là di zio Paperone (e del suo toccante e redento Ebenezer Scrooge) non può che essere il Principe Giovanni, che in Robin Hood mostra più di una volta il suo morboso attaccamento al denaro, massacrando senza pietà la popolazione di Sherwood con le tasse, sempre più salate. L’avarizia, o meglio sarebbe dire l’attaccamento al denaro misto a invidia, è il movente delle azioni di Edgar, il maggiordomo de Gli Aristogatti che origliando la conversazione tra Madame Adelaide e l’avvocato, George, capisce che l’eredità della donna andrà ai suoi amati gatti e non a lui come sperava: «I gatti ereditano per primi e io vengo dopo i gatti. Io, dopo… oh, non è giusto!». La sentenza del maggiordomo, in tal senso, è lapidaria: «Quei gatti devono sparire!».
6. «Ma guarda! È proprio il mio fratellone disceso dall'Olimpo per mescolarsi coi comuni mortali»: Invidia
«Sentimento spiacevole che si prova per un bene o una qualità altrui che si vorrebbero per sé, accompagnato spesso da avversione e rancore»: i Classici Disney hanno portato diversi esempi di personaggi capaci di portare in sé questo vizio, a partire dal già nominato Ade, passando per Ursula, la strega del mare de La sirenetta. Eppure, se c’è un cattivo capace di spingersi fino all’omicidio del proprio fratello (e potenzialmente del proprio nipote) a causa dell’invidia e della brama di potere è Scar, fratellastro di Mufasa e mefitico villain di Il re leone. Sicuramente uno dei personaggi più crudeli dell’animazione Disney, anche se, parlando di Invidia, esiste un precedente celeberrimo, datato 1937, con Biancaneve e i sette nani: «Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?». La risposta non piacerà alla regina Grimilde, che ha nei suoi piani la morte della giovane figliastra, salvata solo dal buon cuore del cacciatore cui aveva affidato il compito. Grimilde non si dà per vinta e la mela avvelenata è l’estremo tentativo per togliere la vita a una giovane che, agli occhi della strega, ha la colpa imperdonabile di essere più bella di lei.
7. «Pensavate di sconfiggere me? ME? La regina di ogni male»: Superbia
«Esagerata stima di sé e dei propri meriti (reali o presunti), che si manifesta esteriormente con un atteggiamento altezzoso e sprezzante e con un ostentato senso di superiorità nei confronti degli altri»: così viene definita la Superbia e, come spesso accade, non sono pochi i cattivi ad incarnare questo vizio. Tra tutti, però, c’è chi è riuscito ad elevare quasi ogni vizio all’estremo, risultando a tutti gli effetti la cattiva più crudele e malvagia di tutta la storia dell’animazione Disney: Malefica. Non invitata al battesimo della principessa Aurora, la strega decide di vendicarsi con una maledizione, riuscendo a miscelare anche invidia e ira: iconica e indelebile. In buona compagnia, se così si può dire: basti pensare a Rattigan, il perfido criminale di Basil l’investigatopo («Ho un grande cervello/ Ma non solo quello/ Sono alto e sì, molto bello!»: questo il suo biglietto da visita) che ha in mente di diventare re d’Inghilterra, unica mente in grado di tenere testa a Basil, la versione a misura di topolino di Sherlock Holmes. Da Londra alla Francia: La bella e la bestia. Gaston, con i suoi muscoli ostentati, i suoi trofei di caccia appesi al muro e la sua presunzione di poter sposare l'inarrivabile Belle dando per scontato che lei acconsenta. Non bastasse questo, la sua superbia è espressa esplicitamente poco prima di morire nello scontro finale: «Bestia? Pensavi davvero che avrebbe voluto te quando poteva avere uno come me?».
Da un lato resta un mistero il fatto che i villains possano risultare più affascinanti, ma forse è proprio il loro essere così sfaccettati (a differenza di molti protagonisti delle fiabe) a renderli così interessanti. Così umani, dopotutto.
Lorenzo Bianchi