Seconda guerra mondiale. Il protestante Kurt Gerstein (Ulrich Tukur), membro suo malgrado delle forze armate della Germania nazista, sconvolto dall'atroce realtà dei campi di concentramento, cerca di mettere al corrente Papa Pio XII (Marcel Iureş) dell'orrore che si sta perpetrando. Lo aiuterà il giovane prete gesuita Riccardo Fontana (Mathieu Kassovitz). Basato sull'opera teatrale Il Vicario (1963) del drammaturgo tedesco Rolf Hochhuth, un film coraggioso a metà strada tra severa rievocazione storica e indagine romanzata su una tragica pagina di Storia recente. Le responsabilità della Chiesa, incarnata dalla sfuggente figura di Pio XII, nel tacere l'orrore che si trovava davanti agli occhi è un punto spinoso su cui Costa-Gavras concentra l'attenzione senza forzare la mano. Assordante silenzio, passività se non addirittura complicità all'interno delle disumane trame filo-naziste sono questioni che scuotono e invitano a più di una riflessione. A fronte anche del finale della pellicola, che lascia spazio a ben pochi dubbi. Il rigore a volte lascia il posto a una premeditata volontà di ricerca dello spettacolo ma, nel complesso, rimane un'opera difficilmente trascurabile. Notevoli le caratterizzazioni di Gerstein, ispirato a una figura storica realmente esistita, e di Fontana, personaggio di finzione. Presentato in concorso al Festival di Berlino.