Costretta a fuggire poiché sotto accusa a causa di guai legati alla ricerca di farmaci per la povera madre, Angela (Janet Gaynor), una povera fanciulla napoletana, si rifugia in un piccolo circo dove conosce Gino (Charles Farrell), un pittore che innamoratosi del suo volto le chiede di posare per un ritratto. Quando, però, la polizia la ritroverà, Angela sarà costretta a scontare un periodo di prigionia. Girato subito dopo lo strepitoso Settimo cielo (1927), L'angelo della strada prova a eguagliare le vette raggiunte dal titolo precedente strutturando la sua narrazione e i propri punti di forza esattamente come la pellicola dell'anno prima, ma senza per questo realizzarne un vago o furbastro calco. Borzage chiama dunque nuovamente a raccolta la coppia di protagonisti formata da Farrell e Gaynor per dirigerli in un altro melodramma dalle tinte amorose forti e drammatiche, decise e avvolgenti, che non vadano però alla facile e telefonata ricerca delle ovvie lacrime del pubblico. Il cineasta dimostra ancora una volta di sapersi perfettamente destreggiare in una materia che è in grado di far sua con un tatto e un'eleganza d'esecuzione notevolissimi, donandole una vitalità sullo schermo davvero invidiabile. Non si può rimanere impassibili di fronte a un lungometraggio così solido e potente che, pur nell'emulazione di un grande film immediatamente precedente, riesce a comunicare in maniera chiara e inequivocabile al cuore dello spettatore. Uscito in Italia anche con il titolo Piccola santa, il film venne ampiamente censurato dalle milizie fasciste che non tollerarono il trattamento riservato alla polizia nel corso della pellicola. Vinse un Oscar per la miglior interpretazione femminile (Janet Gaynor).