Nick Bianco (Victor Mature) si è trovato costretto a rubare per poter mantenere la sua famiglia. Durante un colpo viene arrestato ma decide di non collaborare con la giustizia e di non rivelare i nomi dei suoi complici: è convinto che questi, come promesso, si occuperanno dei suoi cari mentre lui si trova in carcere. Dopo aver scoperto che tali patti non sono stati mantenuti, cercherà la sua vendetta. Scritto da Ben Hecht e Charles Lederer, un noir-gangster dai toni concitati e di ampio respiro, girato con la consueta attenzione da parte del bravo Henry Hathaway. È un lungometraggio solido e realistico, in cui sono presenti anche alcuni spezzoni documentaristici: una scelta che il regista utilizzerà (e porterà all'estremo) anche nel successivo Chiamata Nord 777, dell'anno seguente. Le tematiche principali del cinema di Hathaway ci sono tutte (i valori morali, i rapporti familiari, un individuo costretto a farsi giustizia da solo) tanto che potrebbe essere definito una summa della sua poetica. Notevole, in particolare, la relazione che si instaura tra le immagini e il sonoro, con quest'ultimo che rallenta fino a spegnersi completamente nelle scene di massima tensione. Ottimo Victor Mature in un ruolo che è stato spesso sottovalutato, mentre in molti si sono limitati a ricordare che si tratta dell'esordio assoluto di Richard Widmark, qui nei panni di un killer psicopatico. Un film potente, da cui sono stati tratti due remake (entrambi sui generis): il western Duello a Forte Smith (1958) di Gordon Douglas e l'omonimo lungometraggio di Barbet Schroeder del 1995.